IL GIUBILEO DEI CAVALIERI
DI MALTA, CHE DOMANI AVRANNO IL LORO INCONTRO CON IL
PAPA:
GLI IDEALI DEL SOVRANO
MILITARE ORDINE MELITENSE ALLA PROVA DELLA SFIDA DEI
TEMPI,
IN UN'INTERVISTA CON IL
GRAN CANCELLIERE, CONTE MARULLO DI CONDOJANNI
(A cura di Paolo
Scappucci)
Oltre duemila Cavalieri e Dame
dell'Ordine di Malta stanno vivendo in questi giorni a Roma
le ore intense del loro giubileo, che culminerà domani con
l'udienza del Papa in San Pietro. Dopo le soste di ieri e
l'altro ieri a Santa Maria Maggiore e a San Giovanni con le
liturgie del cardinale patrono Laghi e del vescovo prelato
dell'Ordine, De Bonis, stamane ha celebrato per loro la
Messa a San Paolo fuori le Mura il cardinale Szoka e
domattina, prima dell'udienza papale, sarà il cardinale
segretario di Stato, Sodano, a presiedere la solenne
concelebrazione nella Basilica vaticana.
Ma con quale spirito Cavalieri e
Dame dell'Ordine di Malta stanno vivendo il loro Giubileo?
Risponde, nell'intervista di Fabio Colagrande al microfono
di Jubilaeum, il Gran Cancelliere dell'Ordine stesso, conte
Carlo Marullo di Condojanni:
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R. - E' un pellegrinaggio giubilare
di assoluta devozione nei confronti del Santo Padre e della
Chiesa. Questi pellegrini, che vengono da tutte le parti del
mondo, certamente con l'arricchimento delle giornate
giubilari torneranno alle loro opere con uno spirito nuovo,
che noi crediamo sia il nuovo spirito della Chiesa. Quindi
un pellegrinaggio che ha un effetto interiore importante -
così auspichiamo - premessa per un arricchimento spirituale
delle periferie, dove poi i Cavalieri e le Dame porteranno
il messaggio che hanno vissuto a Roma.
D. - In 900 anni di vita, gli ideali
della difesa della fede e dell'assistenza umanitaria sono
sempre i più importanti per il Sovrano Militare Ordine di
Malta e lo saranno anche per il nuovo Millennio …
R. - Come lei ha rilevato, i carismi
dell'Ordine sono immutabili nel tempo. Questi 900 anni di
storia hanno visto sempre in primo piano la tuitio fidei e
l'obsequium pauperum, ed è questa forse la vera ragione per
la quale l'Ordine ha attraversato nove secoli. Infatti, sia
la necessità di difendere la fede, sia anche quella di
curare gli infermi, interpretano valori assolutamente
generali, costanti in tutte le epoche e in ogni luogo. Con
questi carismi la presenza dei Cavalieri è proiettata verso
il futuro. Basti pensare - sul piano della tuitio fidei -
all'impegno dell'Ordine oggi in zone depresse del Sud
America e del Centro Africa, nella lotta alle sette
religiose. Ed è da sottolineare come il Cavaliere di Malta,
per la sua estrazione e la sua formazione, ha capacità di
entrare in ambienti dove molto spesso i religiosi non
riescono ad entrare. La seconda prospettiva, quella dell'obsequium
pauperum, è interpretata oggi dal servizio in caso di
calamità naturali, e da quello nelle zone di guerra … In
questi giorni trepidiamo per il nostro ospedale di Betlemme,
dove sono assistite e curate oltre 200 persone, per lo più
in maternità, e c'è un grande rischio anche per i nostri
operatori. Questa è la sfida per il nuovo Millennio, nella
fedeltà agli ideali di sempre.
D. - Conte Marullo, in che modo
l'Ordine di Malta riesce ad inserirsi tra le tantissime
associazioni che a vario titolo nel tutto il mondo si
occupano di emergenze umanitarie?
R. - L'Ordine di Malta è un unicum
nella storia della Chiesa certamente, ma anche nella storia
degli Stati. Essendo un'entità statuale riconosciuta da 85
Paesi, esso ha un coordinamento diplomatico e un
coordinamento sul piano operativo che altre organizzazioni
non hanno. Questo ci permette di avere accordi stabili sul
piano della protezione civile ed anche un'elasticità
d'intervento tutte le volte che si pone un problema. Per
esempio, nei confronti dell'Italia, c'è un accordo con il
ministero della protezione civile, che prevede un
inserimento ove lo Stato italiano si trovi a chiedere un
intervento internazionale. Nel caso specifico delle calamità
che oggi affliggono il Piemonte, abbiamo una forza
d'intervento che è composita, perché viene da molte città
italiane. I nostri volontari - in Italia abbiamo più di
mille volontari - già sono all'opera da lunedì per cercare
di alleviare soprattutto le emergenze di carattere
sanitario. Questo con l'Italia è lo schema d'intervento: con
altri Paesi di volta in volta si raggiungono accordi
internazionali che permettono lunghe permanenze di gruppi di
soccorso e anche con la creazione di campi profughi in caso
di guerra, così come recentemente è avvenuto in Burundi, in
Macedonia, in Albania e come a sua volta avvenne in Irak, ai
tempi della guerra del Golfo.
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Il Sovrano Militare Ordine di Malta
è presente in oltre cento Paesi di tutti i continenti
attraverso i propri organismi nazionali, internazionali,
fondazioni e centri di coordinamento; la sua azione
umanitaria si sviluppa sul piano dell'assistenza
ospedaliera, con la gestione di circa cento ospedali e
strutture sanitarie, e con attività di soccorso in caso di
calamità naturali e conflitti bellici, anche attraverso
campi profughi, ospedali da campo, distribuzione di
medicinali e generi di prima necessità, oltre a interventi
specifici nella lotta contro la lebbra e nell'assistenza ai
malati terminali. I membri dell'Ordine sono più di 10 mila e
i volontari permanenti circa 80 mila.
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