I^ Conferenza sul tema: “I giovani e l’Ordine di Malta”
S.E. IL GRAN CANCELLIERE, AMB. CONTE DON CARLO MARULLO DI CONDOJANNI, PRINCIPE DI CASALNUOVO

Prima Parte
Eccellenza Reverendissima, Eccellenza Venerando Gran Priore, Eccellenze, Confratelli, Consorelle e amici dei Gruppi Giovanili, ringrazio il Gran Priore di Napoli e Sicilia per aver voluto permettermi di aprire, con una relazione di ampio respiro, sul piano internazionale, questa occasione di incontro con gli amici dei Gruppi Giovanili, molti dei quali conosco per l’esperienza che Mons. Scarabelli amabilmente ha voluto ricordare.Il mio saluto non è semplicemente un’occasione formale, ma è un desiderio di presenza, che mi ha pervaso al momento in cui ho saputo dell’iniziativa ed il piacere di salutare voi tutti, riuniti in questa assemblea, è diventato più forza di volontà, ed ha fatto sì che io oggi sia qui con voi a parlare dei giovani.

Il tema che è stato concordato è quello dei Gruppi Giovanili e dei Corpi di soccorso dell’Ordine di Malta. Ancora di meglio, direi, i giovani e l’Ordine di Malta.

Dobbiamo andare lontano, e dobbiamo andare al tempo in cui Napoleone arriva a Malta. I Cavalieri partono. L’Ordine termina la sua funzione storica nel Mediterraneo.

Non è più il baluardo contro i Turchi; va esule e certamente non ha più i suoi combattenti, non ha più le sue flotte, non ha più la sua organizzazione difensiva.

Passano molti, molti anni e si giunge all’inizio del XX° secolo. L’Ordine, che nel frattempo aveva peregrinato, giungendo a Roma, riesce a rivivere nel mondo intero, lentamente ma con grande forza, con il suo spirito umanitario.

Accanto ai Cavalieri e alle Dame noi già troviamo impegnati, alla fine della I Guerra Mondiale, gruppi di volontari a servire secondo i bisogni del momento. E’ questo il primo momento storico nel quale i giovani delle varie nazioni si uniscono sotto la bandiera della Croce dalle otto punte, per servire con lo stesso spirito dei Cavalieri, e per portare avanti i due carismi Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum.

Quest’azione non è un’azione nazionale, un’azione che si limita ai Gran Priorati d’Italia, ma è un’azione che investe tutto il mondo.

Ho voluto fare una ricerca in proposito, e, posso dire, che l’attività di questi giovani, non ancora istituzionalizzata per autonomia operativa, mantiene, però, la sua continuità nel tempo e la mantiene nei vari Paesi.

Li troviamo nei campi profughi installati a ridosso dei confini dei Paesi dilaniati da guerre civili, l’A.C.I.S.M.O.M. si fa carico con Cavalieri, Dame e giovani degli oneri umanitari nei confronti delle vittime della guerra di Spagna; i tedeschi si occupano, sul piano delle rivoluzioni, soprattutto quella russa, insieme con gli austriaci, di portare soccorso; poi, ancora, troviamo le recenti Associazioni americane impegnate sul problema dell’immigrazione e dell’integrazione; per le carestie troviamo l’Associazione britannica ed i Paesi del Commonwealth, impegnati in un modo o nell’altro, sotto la bianca croce dell’Ordine, sia in Asia sia in Africa. Per non parlare della difesa dell’Uomo per le calamità naturali, la siccità, la malattia e anche lì troviamo giovani e Cavalieri dell’Associazione francese in Africa, così come troviamo, per la lebbra, gli italiani, i francesi e gli irlandesi impegnati in opere di questo tipo.

Sono certamente i predecessori di quelli che poi saranno i Gruppi Giovanili ed i Corpi di soccorso. Ma se vogliamo dare una data per l’inizio della presenza del lavoro dei giovani nell’Ordine, questa data è il 1932. Infatti, sul piano del soccorso internazionale, in dipendenza della Convenzione di Ginevra del 1927, si fa appello ad élite di organizzazioni di assistenza nel mondo, tra le quali l’Ordine di Malta, per collaborazione. E certamente l’Ordine vi risponde e vi risponde attraverso una serie di interventi, uno dei quali è affidato, ed è documentato, all’Ambulance Unit in Irlanda.

E’, quindi, tra il 1932 ed il 1938, che cominciano ad affacciarsi sul piano della presenza legittimata dalla propria Associazione o dal proprio Gran Priorato, i giovani dell’Ordine di Malta.

Nel 1953, nasceva il Corpo di soccorso tedesco, fiore all’occhiello non soltanto dell’Ordine, ma anche della struttura sanitaria della Germania e perché no, oggi della stessa Europa, riferimento costante delle organizzazioni internazionali, tra cui le Nazioni Unite, la N.A.T.O. e tutti gli altri organismi che si occupano di diritti umani.

Non sono da meno i Corpi di soccorso francesi, che hanno, insieme con quelli italiani, austriaci e spagnoli un ruolo determinante nei servizi umanitari negli anni che sono venuti dopo la II Guerra Mondiale.

Non vanno trascurate le attività spirituali svolte da questi giovani.

In Italia, e vengo agli argomenti accennati, nascono i Gruppi e questi Gruppi Giovanili prendono direzioni diverse: da una parte abbiamo le Delegazioni ed i Gran Priorati con i propri Gruppi, dall’altro abbiamo la gemmazione dai Gruppi Giovanili nel C.I.S.O.M.. Il C.I.S.O.M. non è altro che un Corpo di soccorso che si occupa di tali questioni nel territorio nazionale e qualche volta sul piano internazionale.

Quindi l’Italia, differentemente da altri Paesi, assume due vesti: una più legata alla spiritualità e all’assistenza sociale nelle varie sedi delle Delegazioni; l’altra, invece, strutturata in un vero e proprio Corpo di soccorso.

Seconda Parte

Questa situazione è certamente destinata a protrarsi e ha già dato dei frutti. Il Gran Commendatore ha accennato nel suo saluto ad alcuni aspetti che riguardano lo Statuto dei Gruppi Giovanili italiani e nella mia funzione di Presidente della Commissione per la revisione della Carta Costituzionale e del Codice, che poi ha soprattutto esaminato le questioni riguardanti gli aspetti politici, i rapporti col Vaticano e quelli che sono i rapporti con gli Stati, ho avuto la testimonianza di come i membri stessi della Commissione, la prima Commissione per la riforma, avessero ben presente l’importanza del movimento giovanile o dei movimenti in genere sul piano costituzionale dell’Ordine.

Ne è nato l’art. 239 della Carta Costituzionale. Quest’articolo si occupa delle sub organizzazioni delle Associazioni o dei Priorati per la realizzazione delle opere dell’Ordine.

Ebbene, il futuro delle organizzazioni dell’Ordine deve passare per quest’articolo.

Quindi io faccio appello alle LL.EE. i Gran Priori ed ai Presidenti delle Associazioni Nazionali perchè vogliano considerare e vogliano guardare ai Gruppi Giovanili come a quel tipo di sub organizzazione (ex art. 239), che vanno affiancate a quelle già esistenti oggi nel mondo.

Ben si dice quando si parla della verticalità del rapporto Gruppo Giovanile, Delegazione, Gran Priore, ma certamente tutto questo deve essere nell’ambito di questo art. 239, che è l’unico addentellato esistente, fermamente voluto da chi aveva vissuto l’esperienza dei Gruppi Giovanili, per legittimare una realtà che, diciamolo forte, dal 1932 ad oggi non ha avuto una vera e propria legittimazione.

Vorrei tornare a considerazioni generali, prima di chiudere questo mio intervento, e devo ancora guardare a quella che è l’azione del movimento giovanile, azione che non può essere rivolta soltanto al soccorso, alla malattia, ai profughi, ma che deve essere anche di carattere spirituale. I Gruppi Giovanili sono uno dei mezzi attraverso i quali l’Ordine può svolgere il suo carisma Tuitio Fidei.

Infatti, cosa di più si può fare se non, da parte dei Cavalieri, avviare i giovani, nel maggior numero possibile, ad un progetto di spiritualità propria, guidata da un sacerdote, che riesca a dare sul piano educativo ed anche sul piano catechistico, le chiavi per un’adesione, precisa alla pastorale ordinaria della Chiesa.

In questo senso l’Ordine persegue la sua attività sul piano della Tuitio Fidei e dall’altra parte crea un vivaio. Questo è molto importante. I Gruppi Giovanili ed i movimenti giovanili si sono oggi, in un certo modo, cristallizzati. I giovani sono sempre meno giovani, ve ne sono altri che entrano, ma coloro che sono meno giovani continuano a restare nei Gruppi Giovanili. Questo è un fenomeno che in qualche modo va regolato, attraverso la creazione di un’organizzazione superiore, dove chi ha raggiunto il quarantacinquesimo o cinquantesimo anno può confluire, mantenendo la propria fede all’Ordine o altrimenti trovando uno sbocco dentro l’Ordine stesso. Perché se ciò non avviene, noi perdiamo una parte del nostro patrimonio. Infatti, l’investimento che l’Ordine fa attraverso la formazione dei membri dei Gruppi Giovanili e dei Gruppi di soccorso, sarebbe un investimento che frutta solo fino ad un certo punto, interrompendosi poi se, finita la parte del soccorso sul campo, non viene dietro una organizzazione delle stesse persone che, nel frattempo, hanno acquisito educazione, metodo, cultura, istruzione sui carismi melitensi per un servizio che può essere di appoggio agli Organismi tutti dell’Ordine.

Ecco, quindi, che io nel chiudere questo breve intervento, lascio questo messaggio: i Gruppi Giovanili, i Gruppi di soccorso debbono pensare anche al dopo, perché energie e forze che si sono create sono certamente energie che non vanno disperse, né certamente possiamo chiedere a coloro che cominciano ad affacciarsi alla maturità o all’età anziana di doversi qualificare, sul piano dell’Ordine, sempre come giovani. Vogliamo avere una possibilità di avere associazioni di amici dell’Ordine, di avere supporter dell’Ordine a diverso livello, ma certamente non possiamo cristallizzare l’idea dei movimenti giovanili.

Chiudo qui, Eccellenza, ringraziandola ancora per l’opportunità che mi ha dato per fare queste considerazioni e per salutare gli amici che sono venuti dalla Polonia, dalla Gran Bretagna, dalla Spagna, dal Belgio e dagli altri Paesi.

Voglio dire loro quanto orgoglioso sia l’Ordine, il Gran Magistero dell’Ordine, per l’opera che silenziosamente i giovani e i loro superiori Presidenti delle Associazioni Nazionali o Gran Priori, attraverso la funzione stessa dei Gruppi Giovanili, svolgono. Quanto orgoglioso sia io, nell’andare in giro per il mondo, quando vedo sventolare, portata dai giovani, la bandiera con la croce a otto punte che certamente è una gloria, ma è anche una grande responsabilità, che portiamo tutti e che, nel tempo, non potrà che gemmare sempre più per un Ordine che, come voi oggi vedete, è un Ordine che ha superato la débacle napoleonica e che assurge più che mai in questo tempo ad un’internazionalità piena, una missione umanitaria mondiale che non è più quella di un piccolo Stato, in fondo al Mediterraneo, ma che invece interpreta l’apoteosi di chi lotta e di chi lavora sul piano umanitario mondiale, con un impero della carità che certamente valica più di 120 Paesi, un impero della carità e mi piace ripeterlo, che è cosa ben più grande, ben più duratura di quello che avrebbe potuto essere lo sviluppo politico maltese nel piccolo scacchiere del Mediterraneo ottocentesco. Siatene orgogliosi e fieri, come lo sono io nel quotidiano servizio all’Ordine.

Conclusione

Riprendo la parola, col permesso del Gran Priore, perché credo che dopo aver ascoltato questa relazione così interessante, soprattutto per gli spunti che offre, c'è un argomento che potrebbe essere approfondito: se, sempre nell'ambito dell'art. 239 dei documenti costituzionali dell'Ordine, i Gruppi Giovanili dei Gran Priorati non possano essere costituiti in sub organizzazioni che, con una titolarità congiunta con gli Organismi dell'Ordine, siano in grado di accedere, sul piano comunitario, a tutte le facilitazioni di Bruxelles ed anche, forse, legarsi al sistema di contributi degli stati che potrebbe in qualche modo consentire, nell'ambito dei Priorati, azioni ed attività che i Priorati stessi non potrebbero svolgere, perché non sarebbero mai ammessi, in qualità di o.n.g. o di altre entità assimilabili, al sistema europeo.
Prima di andare, debbo fare un piccolo dono ai Gruppi Giovanili e glielo faccio molto volentieri, sempre raccogliendo lo spunto fornito dalla Dottoressa Cortese.
Lei ha accennato all'idea di fare una piccola o grande pagina Internet per il colloquio dei Gruppi Giovanili. Io sono certo che lo otterrò dall'Associazione Italiana, che fin da adesso offre ai Gruppi Giovanili tutto il necessario, dal punto di vista economico, per la creazione di una pagina. Una pagina internazionale, che inizi un percorso nuovo. Se poi l'iniziativa crescerà, si creerà un sito dedicato, magari in modo diverso.
Ma credo che la disponibilità di una struttura, di una pagina che già in tempi brevissimi possa far uscire le prime notizie, possa essere un grande successo di quest'incontro.

 

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