Abbiamo insistito sull’Ordine di San Giovanni perchè è l’Ordine che maggiormente sintetizza la funzione militare con quella ospitaliera. Tuttavia, per certi versi è simile la storia dei Templari, anche se il processo è esattamente l’opposto, non sono frati che divengono cavalieri, ma cavalieri che divengono frati, un’origine che farà prevalere la funzione militare su quella ospitaliera.
  Fondato nel 1119, da Hugues de Payns, acquisì subito carattere militare e svolse in Palestina, soprattutto, questa funzione. Come gli Ospitalieri, i Templari si proiettarono verso i porti italiani e lungo le principali vie di comunicazione. Intorno al 1130 inizia la loro espansione in Italia. Li troviamo progressivamente attestati, oltre che nei porti di imbarco per la Terrasanta, lungo le principali vie consolari romane ancora in uso, in particolare lungo la Francigena che recuperava tratti della Cassia e dell’Emilia, lungo l’Appia che conduceva fino al porto crociato di Brindisi, lungo la Postumia che attraversava tutto il nord d’Italia e permetteva di raggiungere la penisola balcanica e quindi di continuare il viaggio per terra a Gerusalemme.
  Lungo il Camino de Santiago, rispetto la costante presenza giovannita preferiscono concentrarsi in alcune zone, anch’esse collegate all’attraversamento dei fiumi, come a Puente la Reina e a Ponferrada.
  Il sistema dei priorati e delle commende li diffonde in tutta Europa. Nelle donazioni che ricevono a volte troviamo la clausola che esse devono usarle per approntarvi un ospedale per pellegrini, come ad esempio nel caso di Guglielmo de Morez e suo figlio che cedono case e terre a Vico con questo fine. Data la loro presenza alle porte delle città e lungo le vie di comunicazione i Templari spesso gestiscono ospedali continuando a mantenere la stretta relazione con il mondo del pellegrinaggio iniziatasi a Gerusalemme.
  Potremmo continuare a lungo sul registro dei rapporti tra ordini militari e pellegrinaggio. Lo stesso Ordine teutonico ha hospitales per i pellegrini, così come l’Ordine del Santo Sepolcro. Va anche detto che gli hospitales spesso entrano in possesso degli Ordini per accorpamenti patrimoniali o per donazioni. Sta di fatto che il pellegrinaggio a Gerusalemme costituisce il fondamento del collegamento tra ordini militari e pellegrini ed anche la nascita di una attitudine che poi viene esportata su tutte le vie di pellegrinaggio. Se la nascita e lo sviluppo degli ordini militari, quindi, ci danno elmenti utili per questi stretti legami non vanno trascurati altri influssi che da un ambito passano all’altro, tali da configurare una stretta correlazione non solo in termini funzionali tra cavalleria e pellegrinaggio, ma anche per questioni di contenuto e di significato. A tale scopo occorre valutare alcuni specifici fattori culturali presenti all’interno della civiltà cavalleresca e da questa passati per contatto ed imitazione a quella del pellegrinaggio. Si tratta di specifici nessi, finora trascurati dagli studi, che occorre ripercorrere per comprendere a fondo la natura ed il senso del pellegrinaggio.
  Troveremo infatti in punti essenziali della civiltà del pellegrinaggio elementi di chiara derivazione cavalleresca che avranno uno specifico influsso nella vita stessa del pellegrino, nei riti di partenza, nella sua formazione interiore, nella sua mentalità, nelle modalità del viaggio e del ritorno.
  Va anche detto che sia il cavaliere che il pellegrino vivono la spiritualità del viaggio, come ricerca, come superamento di prove, come anelo e desiderio di raggiungere una meta. Se la Quêste del cavaliere lo spinge alla ricerca del Santo Graal, quella del pellegrino lo spinge al sepolcro del proprio santo protettore, al luogo per lui più sacro. È una prospettiva che va considerata in quanto connessa strettamente al senso del viaggio e della sua meta. Inoltre, alcuni culti eucaristici e graalici, come quello del Cebreiro, pongono il pellegrino a contatto, sulla stessa via di Santiago, con un tipo di religiosità assai vicina a quella cavalleresca, cantata, nel medioevo, nelle varie saghe del Santo Graal e presente, certamente, nel repertorio dei numerosi giullari francesi che si muovevano con il flusso di pellegrini compostellani.
  Una unione che si riflette nel rituale di vestizione del pellegrino all’inizio del suo viaggio. Come il cavaliere riceve la spada e gli speroni simbolo della sua condizione, così il pellegrino viene vestito degli oggetti che lo faranno riconoscere ovunque. In particolare la liturgia del pellegrinaggio prevede una sorta di investitura nota come la Benedictio perarum et baculorum. Si tratta di una liturgia semplice ed essenziale che si basa sulla benedizione della bisaccia e del bordone, attributi indispensabili al pellegrino divenuti ben presto, insieme alla conchiglia, i signa peregrinationis che lo identificheranno dovunque32. Una cerimonia del tutto simile, e da questa evidentemente derivata, alla consacrazione delle armi del cavaliere e alla sua investitura.
  Concludendo, possiamo dire che il rapporto tra militia sacra e peregrinatio si manifesta come uno dei nessi essenziali della civiltà dei pellegrinaggi. Ne vengono influenzati costumi, mentalità e riti. Si sviluppa anche una stretta relazione di reciprocità che giustifica sia la nascita degli ordini militari in Terrasanta, come strumenti necessari alla difesa del santo sepolcro e dei pellegrini che vogliono visitarlo, sia la loro presenza lungo le strade della cristianità. Ma servirà anche a dare proprio agli ordini militari il senso di una funzione e di un servizio che diverrà permanente ed andrà ben oltre il periodo delle crociate che lo aveva determinato.


[32] R. Plötz, “Benedictio perarum et baculorum” und “coronatio peregrinorum”, Beiträge zur Ikonographie des Hl. Jacobus im deutschsprachigen Raum”, in Volkskultur und Heimat, Festscrift für Josef Dünninger zum 80 Geburtstag, Würsburg 1986, pp. 339-376.
  pagina precedente / back to previous page
indice / back to summary
pagina successiva / next page