SINTESI / ABSTRACT
 

L’autore affronta l’analisi di “uno dei nessi più profondi che uniscono la Spiritualità e la cultura degli ordini militari alla civiltà dei pellegrinaggi,” da ricercarsi, sul piano concettuale, nella normalizzazione e moralizzazione della cavalleria, attraverso l’azione di “conversio” nei confronti dei “milites” condotta dalla Chiesa, e, sul piano reale, lungo le vie di pellegrinaggio verso Gerusalemme, in Gerusalemme stessa.
Il processo, basato sulla “tregua dei” che si sviluppa nell’arco storico dei secoli X e XI, introduce nell’ambiente dei “milites” il principio che unisce la condizione di “miles Christi” e “defensor Ecclesiae” a quella di protettore dei “pauperes”.
Vengono così a formarsi, lungo le vie dei pellegrinaggi che da ogni angolo d’Europa volgono a Gerusalemme, schiere numerose di pellegrini protette da cavalieri. Ne sono un esempio il pellegrinaggio organizzato nel 1065 dall’arcivescovo di Magonza, dai vescovi di Bamberga, di Ratisbona, di Utrecth, e molti altri, fino a giungere a quello che può essere considerato, almeno nella sua fase preparatoria, un pellegrinaggio armato: la prima crociata.
Una forte unità mentale, tendente a corrispondere al comune “status viatoris” della condizione umana, accomuna i pellegrini penitenti ed i pellegrini in armi e si identifica non soltanto nei privilegi temporali e spirituali, ma anche in quella “crux super vestem” indossata da Cavalieri e pellegrini.
Legami, unità, strette relazioni che nel loro evolversi storico giungono ad essere sancite anche canonicamente negli statuti degli Ordini cavallereschi formatisi subito dopo la conquista di Gerusalemme. A questo proposito l’autore pone il problema se tale legame riguarda tutti gli ordini religioso-militari in relazione alla preminenza della loro funzione di tutela dei pellegrini o di quella soltanto militare, ed ancora in relazione alla loro struttura sovranazionale, come i Templari e gli Ospitalieri, rispetto ad altri collegati ad interessi regionali o nazionali.
Conseguentemente si rivela necessaria la distinzione sull’azione di ordini, che fin dall’inizio hanno una struttura sovranazionale e, nel caso dell’Ordine di San Giovanni una propria sovranità territoriale che lo renderà del tutto autonomo. Nel merito un’altra questione può essere sollevata per comprendere il nesso tra “militia sacra” e “peregrinatio”, cioé caratteristiche di ordine religioso oppure militare. Da qui alcuni specifici obblighi di carattere morale e caritativo, che ordini propriamente militari non hanno o hanno in tono minore. Tra questi l’accoglienza e la carità di ospiti e pellegrini che faceva già parte della Regola di alcuni ordini religiosi (San Benedetto, capitolo 50).
Ma in Terrasanta pellegrinaggio e permanente situazione militare convivono e si intrecciano. Il primo Ordine che si organizza a Gerusalemme con una vocazione esplicitamente ospitaliera è l’Ordine di San Giovanni, conosciuto anche soltanto come l’Ospedale, per questa sua iniziale specifica attività.

 

The author analyses one of the deepest bonds “uniting the spirituality and culture of the military orders to the evolution of pilgrimages” to be found, on the conceptual plane, in the normalisation and moralisation of Knighthood, through the action of “conversio” of the “milites” conducted by the Church and, on the concrete level, along the pilgrimage routes towards Jerusalem and in Jerusalem itself.
The process, based on the “tregua dei” which developed over the 10th and 11th centuries, introduces into the environment of the “milites” the principle that unites the conditions of “miles Christi” and “defensor Ecclesiae” to that of protector of the “pauperes.”
Thus numerous groups of pilgrims, protected by knights, marched along the routes that from every corner of Europe led to Jerusalem. An example of this is the pilgrimage organised in 1065 by the archbishop of Magonza and the bishops of Bamberga, of Ratisbonsa and of Ytrecth and many others, up to the one that can be considered, at least it its preparatory stage, an armed pilgrimage: the first crusade.
A strong mental unity, tending to correspond to the common “status viatoris” of the human condition, links the penitent pilgrims to the armed pilgrims and they are identified not only in temporal and spiritual privileges but also in that “crux super vestem” worn by both knights and pilgrims.
Bonds, unity, close relations that in their historical evolution become sanctioned also canonically in the states of the orders of chivalry springing up immediately after the conquest of Jerusalem. On this point the author wonders if this link concerns all the religious-military orders in relation to the pre-eminence of their function of protectors of pilgrims, or only the military ones, and in relation to their supranational structure, like the Templars and the Hospitallers, compared to others connected to regional or national interests.
Consequently it is necessary to make distinctions about the actions of orders which have supranational structures right from the start and, in the case of the Order of St. John, their own territorial sovereignty that will make them entirely independent. In this regard another issue can be raised to understand the link between “militia sacra” and “peregrinatio”, that is the characteristic of a religious or a military order. Hence some specific duties of a moral and charitable nature that entirely military orders do not have or have to a lesser extent. These include hospitality and alms given to guests and pilgrims which was already part of the Rule of some religious orders (St. Benedict, chap ter 50).
 

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