Dopo un documentato
excursus sulla presenza a Gerusalemme dell’Ospizio di Santa
Maria Latina richiamata nelle donazioni di Goffredo di Buglione,
di Baldovino I e Baldovino III e principalmente nella Bolla
Papale del 1113 con la quale il Papa Pasquale II riconosce
formalmente la nuova istituzione “ad sustendandas peregrinorum
et pauperum ncessitates”, l’autore si sofferma sulla presenza di
possedimenti dell’Ordine in Europa in particolare in Italia
Francia e Spagna, citati nella stessa Bolla, ed affronta,
parallelamente alla funzione ospitaliera, la funzione militare
dei Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni.
La sua militarizzazione si sviluppa in tre fasi, la legittima
difesa, la difesa attraverso truppe mercenarie del regno di
Gerusalemme e dei propri possessi, la difesa con milizie
proprie: “fratres armorum quos sacra domus honoranter tenebat”.
Alla fine del XII secolo l’Ordine è pienamente Ordine militare,
congiuntamente al grande rilievo della sua funzione ospedaliera,
e il suo ospedale di Gerusalemme viene indicato nel Codex
calixtinus tra i tre più grandi ospedali del mondo, così come lo
sarà l’ospedale costruito dai Cavalieri a Rodi e quello a Malta
nei secoli successivi. L’Ordine di San Giovanni diviene in tal
modo l’Ordine ospitaliero per eccellenza.
A differenza dell’Ordine di San Giovanni, che maggiormente
sintetizza la funzione militare con quella ospedaliera, i
Templari, la cui storia è per certi versi simile, non sono frati
che divengono cavalieri, ma cavalieri che divengono frati, con
prevalenza della funzione militare su quella ospitaliera. Come
gli ospitalieri si attestano nella loro espansione lungo le vie
di pellegrinaggio e nei porti di imbarco diffondendosi in tutta
europa attraverso il sistema dei priorati e delle commende
gestendo ospedali e mantenendosi legati con il mondo del
pellegrinaggio, così l’Ordine Teutonico, come l’Ordine del Santo
Sepolcro possiede “hospitales” per i pellegrini. La stretta
correlazione tra cavalleria e pellegrinaggio non si esplicita
soltanto in termini funzionali ma anche in questioni di
contenuto e di significato, valutando specifici fattori
culturali presenti all’interno della civiltà cavalleresca e, da
questa, passati a quella del pellegrinaggio: elementi di
derivazione cavalleresca che hanno uno specifico influsso nella
vita stessa del pellegrino, nei riti di partenza, nella sua
formazione interiore, nelle modalità del viaggio e del ritorno.
La spiritualità del viaggio, come ricerca, come superamento di
prove, come anelo e desiderio di raggiungere una meta. E’
un’unione che si riflette anche nel rituale di vestizione del
pellegrino all’inizio del suo viaggio; come il cavaliere riceve
la spada e gli speroni simbolo della sua condizione, così il
pellegrino viene vestito degli oggetti che lo faranno
riconoscere ovunque: “signa peregrinationis”. L’autore conclude
confermando che “il rapporto tra militia sacra e peregrinatio si
manifesta come uno dei nessi essenziali della civiltà dei
pellegrinaggi. Ne vengono influenzati costumi, mentalità e riti.
Si sviluppa anche una stretta relazione di reciprocità che
giustifica sia la nascita degli ordini militari in Terrasanta,
come strumenti necessari alla difesa del Santo Sepolcro e dei
pellegrini che vogliono visitarlo, sia la loro presenza lungo le
strade della cristianità. Ma servirà anche a dare proprio agli
ordini militari il senso di una funzione e di un servizio che
diverrà permanente ed andrà ben oltre il periodo delle crociate
che lo aveva determinato.” |
But in the Holy Land
the pilgrimage and a permanent military situation was interwoven
and coexisted. The first order that organised itself in
Jerusalem with an explicitly hospitaller vocation was the Order
of St. John, known also only as the Hospital, because of its
specific initial activity.
After a documented excursus on the presence of the Hospice of
St. Mary Latin in Jerusalem, referred to in the donations of
Godfrey of Bouillon, of Baudouin I and Baudouin III and
especially in the Papal Bull of 1113 with which Pope Paschal II
formally recognised the new institution “ad sustendandas
peregrinorum et pauperum necessitates”, the author dwells on the
presence of the Order’s possessions in Europe. And in particular
those in Italy, France and Spain, quoted in the same Bull, and
he analyses, alongside the hospitaller function, the military
function of the Knights of the Order of St. John.
Its militarisation developed in three phases: legitimate
defence, defence with mercenary troops of the kingdom of
Jerusalem and its possessions, and defence with its own
soldiers: “fraters armorum quos sacra domus honoranter tenebat”.
At the end of the 12th century the Order was a wholly military
Order which performed important hospitaller functions, and its
hospital in Jerusalem was indicated in the Codex calixtinus as
one of the three great hospitals in the world, like the
hospitals that the Knights were to build on Rhodes and on Malta
in later centuries. The Order of St. John thus became the
hospitaller order par excellence.
Unlike the Order of St. John, which combines equally the
military function with the hospitaller one, the Templars, which
have a rather similar history, were not monks who became
knights, but knights who became monks, with the military
function prevailing over the hospitaller one. Like the
hospitallers they take positions along the pilgrimage routes and
in the ports of embarkation, spreading the system of priories
and commenda all over Europe, running hospitals and maintaining
their links with the pilgrimage society. Similarly the Teutonic
Order, like the Order of the Holy Sepulchre, possesses
“hospitales” for the pilgrims.
The close relationship between chivalry and pilgrimage is spelt
out not only in functional terms but also in those of content
and significance, by evaluating cultural factors present in the
chivalric society and, from these, passing to that of the
pilgrimages. Chivalric elements have a specific impact on the
pilgrim’s life, in the rituals of departure, in his inner
formation, in the formalities of the journey and the return.
The spirituality of the journey is seen as a search, triumphing
over obstacles, with the burning ambition to reach a
destination. It is a union that is also reflected in the ritual
of the pilgrim’s taking the habit at the beginning of his
journey; just like the knight receives the sword and spurs as
symbol of his condition, so the pilgrim is invested with objects
that make him recognised everywhere: “signa peregrinationis”.
The author concludes by confirming that the “rapport between
“militia sacra” and “peregrinatio” is one of the essential ties
in the pilgrimage society. It has repercussions on habits,
mentalities and rites.
A close reciprocity is also developed that justifies both the
birth of the military orders in the Holy Land, as necessary
instruments for defending the Holy Sepulchre and the pilgrims
who want to visit it, and their presence along the roads of
Christendom. But it also served to give the military orders the
sense of a function and a service that was to become permanent
and to go far beyond the period of the crusades that had
initiated them.” |