L’introduzione dell’italiano a Malta non solo coincise ma in gran parte dipese dall’arrivo dei Cavalieri. Anche se è inconcepibile che fino al 1530 nell’isola i capolavori di Dante, Petrarca e Boccaccio fossero ignoti, non si hanno notizie di composizioni locali in volgare toscano. La lingua di cultura tra i maltesi era il latino, come prova la rubrica che accompagna l’unico testo poetico in lingua maltese, scritto nella seconda metà del Quattrocento, in cui l’autore, Pietro Caxaro, viene definito dal copista suo parente “philosophi, poete et oratoris”. Purtroppo non ci è pervenuto nessun altro testo letterario dell’epoca, né in maltese, né in latino, né in volgare toscano e nemmeno in volgare di Sicilia. Comunque, il Gran Maestro L’Isle Adam rimase favorevolmente impressionato da alcuni maltesi colti che erano molto versati in materie letterarie, e si sa che questi aiutarono Fra Jean Quintin d’Autun (Quintinus) a redigere la sua descrizione dell’isola (Bosio 1602: 90). A Malta i Cavalieri crearono un ambiente culturale molto vivo, perché nel Seicento e nel Settecento numerosi maltesi ebbero l’opportunità di studiare in Italia e produssero non solo una grande quantità di versi religiosi ed encomiastici ma anche trattati e opere scientifiche in lingua italiana. Fra questi spiccano gli architetti Girolamo Cassar (1520-1592) e Vittorio Cassar (1550-1607), l’archeologo Antonio Bosio (1575-1629), lo storico Gian Francesco Abela (1582-1655), Domenico Magri (1604-1572) autore del celebre Hierolexicon, e suo fratello Carlo, letterato, il naturalista Gian Francesco Buonamico (1639-1680), il conte Gian Antonio Ciantar (1696-1778), il chirurgo Michel Angelo Grima (1723-1798). Tutti questi si fecero apprezzare anche in Italia. Le prime poesie scritte in volgare toscano da un maltese di cui si ha notizia sono quelle del domenicano Pasquale Vassallo e non sono sopravvissute, ma sono state menzionate in un documento del 1584. Senza alcun dubbio il Collegium Melitense fondato dai Gesuiti nel 1593 diffuse la pratica di scrivere in buon toscano accanto a quella in latino, e non poco aiutò anche la prima stamperia introdotta nel 1642. Scritti di ambizioni più modeste, perché ispirate da esigenze pratiche, abbondavano pure, specie nel Settecento, e per dare l’idea della varietà degli argomenti basterà citare a titolo esemplificativo il Libro di secreti per fare dolciati varie modo, scritto da Michele Merceca nel 1748, il quale include ricette per fare i gelati (BNM, Libr. 1242).

Il registro alto: opere letterarie ed erudite

  Oggi i linguisti non privilegiano più l’espressione letteraria quando raccontano la storia di una lingua perché sono consapevoli che, malgrado il suo alto prestigio, il registro letterario era disponibile a una esigua minoranza della popolazione. L’uso scritto di una lingua per motivi pratici si ritiene molto significativo, specie se si guarda all’avanzata delle lingue romanze nei domini che erano riservati al latino. Nell’archivio dell’Ordine la maggior parte dei documenti ufficiali erano redatti in lingua latina, e per conseguenza sorprende trovare l’uso dell’italiano negli atti dei Capitoli Generali durante il Cinquecento. Effettivamente il primo manoscritto che presenta testi in italiano accanto a quelli in latino è del 1454 (BNM, Arch. 282) che fu redatto in Rodi, sotto il magistero di Jacques de Milly, ma questo sembra un fatto isolato perché a Rodi gli atti dei capitoli generali venivano redatti in latino e in francese. Nel Cinquecento, però, vediamo alcuni testi in italiano accanto a quelli in latino anche nei Sacra Capitula Generalia redatti durante il magistero di Pierre d’Aubusson (nel 1501 a Rodi), di Philippe Villiers de l’Isle Adam (1533, Malta), Juan d’Homedes (1539, 1548), Jean de la Vallette (1566), Pietro del Monte (1569), Jean Levesque de la Cassière (1574, 1548), Hugues de Loubenx Verdala (1583), Martin Garzes (1598) che si trovano nei manoscritti della Biblioteca Nazionale di Malta, alla Valletta, Arch. 282-293 (vedi Zammit Gabarretta e Mizzi, 1964: 6-12;) e Brincat, in stampa.
Tra l’ufficiale e il pratico si possono collocare i documenti relativi alle varie attività dei

Frontespizio della raccolta in lingua italiana di composizioni letterarie dedicate al Gran Maestro Antonio Manoel de Villena.

Frontispiece of the collection in Italian of the literary compositions dedicated to Grand Master Antonio Manoel de Villena.

Frontespizio della raccolta in lingua italiana di composizioni letterarie dedicate al Gran Maestro Antonio Manoel de Villena.
 
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