I Templari che ebbero poca fortuna nell’Italia meridionale non detennero mai possedimenti a Palermo, mentre gli Ospedalieri vi furono presenti solo nella Guilla, sebbene proprietari di un mulino ed altri beni fuori le mura della città. La prevalenza dei Cavalieri Teutonici a Palermo è giustificabile con la vastità delle proprietà ricevute nel 1197 dall’imperatore e con una politica economica efficace che, associando i palermitani alle attività dell’Ordine, garantiva la valorizzazione dei loro beni e l’acquisizione di nuovi mediante donazioni private effettuate dai clienti. A Palermo i Teutonici ebbero la loro casa madre come gli Ospedalieri a Messina. Per questi ultimi, la Sicilia occidentale rimase ancora troppo lontana dal centro del loro patrimonio.

Cavalieri Templari in abito da combattimento e da Chiesa.

Templar Knights in combat and church habit.
Cavalieri Templari in abito da combattimento e da Chiesa
DISPERSIONE DEL DEMANIO REALE, 1197-1211

  Alla fine del periodo normanno e all’inizio dell’epoca sveva, le proprietà degli ordini erano, tutto sommato, ancora di poca consistenza. Erano presenti nella loro totalità in sei-sette siti siciliani, con un’importanza economica limitata. Il patrimonio degli ordini militari si formò effettivamente durante il periodo della minore età di Federico II e fu originato da due fenomeni diversi. Prima di tutto, il rilancio della politica delle crociate, dopo il 1187 e la conquista di Gerusalemme, conferiva un valore morale rilevante al fatto di dotare gli ordini militari della Terra Santa. In seguito, la debolezza della corona fece sì che la maggior parte dei donatori degli ordini concedesse beni che in realtà appartenevano al demanio reale. La dispersione generale del demanio, fra il 1197 e il 1212, fu la grande fortuna degli Ordini. All’epoca di Costanza d’Altavilla, gli Ospedalieri ricevettero delle proprietà a Mazzara, abbandonate in seguito27; successivamente, furono dotati di alcuni terreni da Guglielmo Malconvenant nella Val di Mazzara e a Palermo28. Prima del 1208 ottennero dei beni del secreto Boccaytus nel Val di Milazzo e fu probabilmente questa l’origine del feudo di Castanèa29. Vi furono altri nobili, come Rinaldo di Modica, che dotarono gli ordini, ma un posto di assoluto rilievo appartiene a due alti esponenti della Corte: l’usurpatore Guglielmo Capparone, che donò ai Teutonici il casale di Risalaimi30 e terreni ad Agrigento e agli Ospedalieri dei terreni nel territorio di Butera31, e Pagano de Parisio. Quest’ultimo favorì, nel periodo immediatamente precedente alla sua caduta in disgrazia (fra il 1208 e il 1213), i Templari, formando così gran parte del patrimonio dei cavalieri rossocrociati in Sicilia: diede loro quattordici terreni e un mulino nel territorio di Paternò32 e, a nome di Federico II, il casale di Murro tra Agira e Assoro33. Inoltre i Templari ricevettero dei beni nei territori di Siracusa, Lentini e Butera. Gli Ospedalieri ottennero nel 1209 la collina fortificata di Montana Mesofletu, nei dintorni di Novara di Sicilia34. Nel giugno 1211, il genovese Alemando da Costa, conte di Siracusa, diede ai cavalieri il casale di Biggemi presso l’attuale Belvedere di Siracusa35.

FEDERICO II

  Una volta maggiorenne, Federico II, ristabilita una parvenza di ordine nel regno, non confermò gran parte delle concessioni già fatte a beneficio degli ordini militari fra il 1200 e il 1211. Così, ad esempio, il feudo di Partinico assegnato ai Templari da Malgerio d’Altavilla nel 121036, rimase proprietà del demanio reale. Una porzione dei beni degli ordini in Sicilia orientale fu confiscata agli inizi del terzo decennio del XIII secolo e così gli Ospedalieri non ebbero il feudo di Biggemi. I Templari furono i grandi perdenti della politica federiciana poiché, a differenza degli altri ordini, il re non concesse loro nuovi beni dopo il 1212 quando iniziò la sua campagna di conquista per il potere reale e imperiale germanico. In questa lotta era importante garantirsi la neutralità degli ordini militari, come attesta una serie di privilegi fredericiani a favore degli Ospedalieri fra il 1212 e il 1216. Così l’8 marzo 1212 Ermanno di Striberg, conte di Gesualdo, assegnò all’Ordine di San Giovanni il casale di Milici, con i suoi boschi, terre ed acquedotti37, e fece confermare la sua concessione dal re. Intorno al 1215 Federico II donò ai cavalieri un mulino sul fiume Oreto a Palermo; in seguito, nel 1216, essi ricevettero dalla regina Costanza dei terreni e beni nel territorio di Monforte; infine, nel luglio 1216, il re confermò tutti i privilegi già concessi agli Ospedalieri in Sicilia38. L’alleanza tra Federico II ed i Cavalieri Teutonici, si formò nel corso della conquista della corona germanica, a partire dal 1214. Anche in Sicilia, nel giugno 1217, nell’ambito dei preparativi della Quinta Crociata, i Cavalieri Teutonici di Messina ottennero un reddito annuale di 200 once d’oro per procurarsi dei mantelli per l’inverno39. Nel febbraio 1219, Federico II assegnò ai cavalieri l’Ospedale di San Giovanni dei Lebbrosi di Palermo con tutti i suoi possedimenti40: è la più importante concessione mai effettuata in Italia meridionale a favore di un ordine militare. San Giovanni dei Lebbrosi possedeva infatti estesi terreni nella Conca d’Oro di Palermo e cinque grandi casali nella Sicilia occidentale.

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[28] BCP, Qq H 12, f. 73; Delaville Le Roulx, Cartulaire générale... (come n. 4), II, n. 1178, p. 24, Pirri, Sicilia Sacra... (come n. 3), II, p. 934. Sui terreni della Val di Mazzara - il casale detto Cellarii ovvero i feudi di Menzelakar et Chabucha - vedi P. Collura, Le più antiche carte dell’Archivio Capitolare d’Agrigento (1092-1282) (Documenti per servire alla storia di Sicilia, serie Ia, 25), Palermo 1961, p. 304; G. Silvestri, I capibrevi di Giovanni Luca Barberi ora per la prima volta pubblicati da Giuseppe Silvestri (Documenti per servire alla storia della Sicilia, serie I, 4, 8, 13), Palermo 1879-1890, II, p. 264-265, III, p. 346-349.
[29] Marzo 1208, BCP, Qq H 12, f. 78; Delaville Le Roulx, Cartulaire générale... (come n. 4), II, n. 1293, p. 86; E. Winkelmann, Acta imperii saeculi XIII et XIV. Urkunden und Briefe zur Geschichte des Kaiserreichs und des Königreichs Sizilien, Innsbruck 1880, I, p. 86; Böhmer, Regesta Imperii (come n. 26), V, p. 86.
[30]
Mongitore, Monumenta historica sacrae domus mansionis... (come n. 3), p. 18-19; Hennes, Codex diplomaticus ordinis sanctae Mariae Theutonicorum (come n. 26), I, 6; J.L.A. Huillard-Bréholles, Historia diplomatica Friderici secundi, Paris 1859-1861, I, 96; Böhmer, Regesta Imperii (come n. 26), V, p. 161; G. Calderone, Antichità siciliane in specie memorie storico-geografiche di Marineo e suoi dintorni. Opera corredata di una carta topografica comparata del sacerdote Giuseppe Calderone, Palermo 1985 (ristampa), p. 73.
[31] BCP, Qq H 12, f. 75; Delaville Le Roulx, Cartulaire générale... (come n. 4), II, n. 1239, p. 59-60; Winkelmann, Acta imperii inedita... (come n. 29), I, n. 95, p. 85; Böhmer, Regesta Imperii (come n. 26), V, p. 163. .
[32] BCP, Qq H 12, f. 457-458; BCP, Qq H 12, f. 460; Winkelmann, Acta imperii inedita... (come n. 29), 18, I, n. 102, p. 89-90; Pecorella, I Templari nei manoscritti... (come n. 2), p. 50; Bramato, Storia dell’Ordine dei Templari... (come n. 3), p. 75; Villari, Templari in Sicilia... (come n. 3), p. 26 .
[33] BCP, Qq H12, f. 459; Pirri, Sicilia Sacra... (come n. 3), II, p. 934; Huilliard-Bréholles, Historia diplomatica Friderici secundi (come n. 30), I, p. 144-145; Böhmer, Regesta Imperii (come n. 26), V, p. 165; Pecorella, I Templari nei manoscritti... (come n. 2), p. 50; Bramato, Storia dell’Ordine dei Templari... (come n. 3), p. 75; Villari, Templari in Sicilia... (come n. 3), p. 26 .
[34] BCP, Qq H 12, f. 85; Delaville Le Roulx, Cartulaire générale... (come n. 4), II, n. 341, p. 114; Huillard-Bréholles, Historia diplomatica Friderici secundi (come n. 30), I, p. 159; Böhmer, Regesta Imperii (come n. 26), V, p. 167; Minutolo, Memorie del gran priorato... (come n. 3), p. 10; Pirri, Sicilia Sacra... (come n. 3), II, p. 934. i .
[35] BCP, Qq H 12, f. 87; Delaville Le Roulx, Cartulaire générale... (come n. 4), II, n. 1365; Pirri, Sicilia Sacra... (come n. 3), II, p. 936.
[36] Giugno 1210, BCP, Qq H 12, f. 464; Böhmer, Regesta Imperii (come n. 26), V, p. 168; Pecorella, I Templari nei manoscritti... (come n. 3), p. 51; Villari, Templari in Sicilia... (come n. 3), p. 26-27.
[37] Palermo, Commenda Magione, 418; BCP, Qq H 12, f. 86; Delaville Le Roulx, Cartulaire générale... (come n. 4), II, n. 1378, p. 138; Minutolo, Memorie del gran priorato... come n. 3), p. 25; Winkelmann, Acta imperii inedita... (come n. 29), n. 587, p. 473-474.
[38] Palermo, Commenda Magione, 411, f. 111-113; Palermo, Commenda Magione, 417; BCP, Qq H 12, f. 91-92, f. 199-202; Delaville Le Roulx, Cartulaire générale... (come n. 4), II, n. 1476, p. 191-192; Minutolo, Memorie del gran priorato... (come n.3), p. 9-12; Winkelmann, Acta imperii inedita... (come n. 29), I, n. 134, p. 112-114.
[39] Archivio Segreto Vaticano, Registri Vaticani, 9, n. 958, f. 233v-234; Archivio di Stato di Palermo, Tabulario della Magione, perg. n. 21; Hennes, Codex diplomaticus ordinis sanctae Mariae Theutonicorum (come n. 26), I, n. 31; Huilliard-Bréholles, Historia diplomatica Friderici secundi (come n. 30), I, p. 510; Böhmer, Regesta Imperii (come n. 26), V, p. 218.
[40] Archivio di Stato di Palermo, Tabulario della Magione, perg. n. 22; Mongitore, Monumenta historica sacrae domus mansionis... (come n. 3), p. 26-27; Huillard-Bréholles, Historia diplomatica Friderici secundi (come n. 30), I, p. 590-591; Böhmer, Regesta Imperii (come n. 26), V, p. 229.
 

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