La perdita di Malta e
il Gran Maestro Tommasi a Messina

 

PAOLO CAUCCI VON SAUCKEN
Università di Perugia

er inquadrare la nomina del Gran Maestro Tommasi nel 1803 e la sua permanenza in Sicilia nei due anni seguenti credo sia necessario partire dalle vicende che avevano travagliato e sconvolto l’Ordine negli anni precedenti. Una loro lettura non può essere tentata se non nel contesto internazionale nel quale era avvenuta l’occupazione di Malta da parte dei francesi, la conseguente espulsione dell’Ordine e il tentativo disperato e fallito da parte dei cavalieri di San Giovanni di ritornare nell’isola1.
  Vittorio di Paola, in un saggio recentemente pubblicato dalla Delegazione Granpriorale di Messina, riporta un inedito manoscritto, rinvenuto dall’autore presso il castello aragonese di Adrano (Catania), in cui si raccontano in toni partecipi, ma sostanzialmente fedeli alla realtà storica, i drammatici avvenimenti che avevano portato alla perdita dell’isola di Malta da parte dell’Ordine di San Giovanni2. È un racconto incalzante dal quale risulta evidente l’incredibile serie di errori, la confusione, i tradimenti e le debolezze che portarono alla caduta dell’isola. In realtà i francesi compiono una passeggiata militare senza quasi resistenza da parte dei forti, con la quasi certa connivenza di gran parte dei cavalieri della lingua di Francia, alcuni dei quali addirittura finiranno per arruolarsi nella stessa armata napoleonica. Ma non tutti, ci fu chi rimase fedele alle proprie consegne e venne ucciso nei torbidi che seguirono la resa3. Il vero problema fu che il Gran Maestro non fu in grado di organizzare una qualsiasi resistenza.

Il Gran Maestro Giovan Battista Tommasi eletto nel 1803. La sua nomina a 72° Principe e Gran Maestro dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme venne ratificata il 27 giugno durante l’assemblea generale dell’Ordine convocata a Messina nella Chiesa del Priorato, a seguito dell’abdicazione del Gran Maestro Ferdinand von Hompesch. Appena eletto, in febbraio, aveva fissato la sede provvisoria dell’Ordine a Messina, stabilendovi la residenza Magistrale e il Convento.
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Grand Master Giovan Battista Tommasi elected in 1803. His appointment as 72nd Prince and Grand Master of the Knights of St. John of Jerusalem was ratified on 27 June during the General Assembly of the Order convened in Messina in the Church of the Priory, following the abdication of Grand Master von Hompesch, which was canonically valid as it was accepted by the Holy See. The newly elected Grand Master had established the temporary seat of the Order in Messina where he installed the Magistral Residence and the Convent.

Il Gran Maestro Giovan Battista Tommasi eletto nel 1803
Si disse che Malta aveva tutto: forti imprendibili, una buona flotta, un gran tesoro, ma era priva di un vero capo. Lo stesso Napoleone, quando il 12 giugno visitò personalmente La Valletta, rimase stupito dell’imponenza delle fortificazioni ed annotò nel suo diario: “Malta non fu in grado di resistere a un bombardamento di 24 ore. Disponeva senza dubbio di una grande forza materiale di resistenza, ma di nessuna forza morale”4. Probabilmente sarebbe bastato resistere qualche giorno per permettere alla flotta di Nelson che tallonava quella francese di dissuadere Napoleone dal persistere in una impresa che lo avrebbe messo nel rischio di anticipare, nelle acque di Malta, la sconfitta di Abukir.
  Le cose invece andarono in maniera ben diversa. La maggior parte dei cavalieri dovette abbandonare l’isola. L’argenteria sia sacra che profana, il tesoro dell’Ordine e quello che poté essere sottratto alle chiese ed ai palazzi, finì nelle stive dell’armata napoleonica e gran parte di essa terminò, per beffa del destino, con l’Orient nei fondali della baia di Abukir. Il Gran Maestro riuscì a portare con sé solo le tre più importanti reliquie dell’Ordine e cioè un frammento della vera croce, il braccio di San Giovanni e l’icona di Nostra Signora del Fileremo, naturalmente spogliati dei preziosi reliquari in cui erano contenuti.
  Consumata l’occupazione dell’isola, tuttavia, si iniziano subito i tentativi per recuperarla. Incomincia una frenetica attività diplomatica per creare un’area di consenso e per trovare i necessari appoggi internazionali per ristabilire l’Ordine nei suoi possessi...
 

[1] Su questo travagliato periodo si veda in particolare M. De Pierredon, Histoire politique de l’Ordre Souveraine de S. Jean de Jerusalem de 1798 à 1955, Paris 1956 e A. Menna, Storia dell’Isola e dell’Ordine di Malta (1798-1815), Napoli 1978, utile anche per la bibliografia sull’argomento, pp. 231-237.
[2] V. Di Paola, L’Ordine dei cavalieri di San Giovanni dalla caduta di Malta ad oggi, in L’Ordine di Malta ed il Tempio di San Giovanni Gerosolimitano a Messina, Messina 1998, pp. 9-46.
[3]
Perlomeno tre cavalieri morirono nei torbidi dell’11 giugno: Melchior Alexandre Vallin della lingua d’Alvernia ucciso al Zurrieq, Jean-Baptiste-Germain Perrier de Larsan fatto precipitare dai bastioni della Kalkara e François-Joseph-Theodore des Androuins ucciso a Porta Reale dove era ufficiale di guardia. Cfr. J. Galea, Cavalieri superstiti e morti a Malta dopo la resa dell’Ordine ai Francesi, in “Annales de L’Ordre Souverain Militaire de Malte”, 1961 (XIX), pp. 140-146.
[4] Cit. in E. Bradford, Lo scudo e la spada. Storia dei Cavalieri di Malta, Milano 1972, p. 216.

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