SINTESI / ABSTRACT
 

Nell’ambito del Regno delle Due Sicilie e nel panorama del Mediterraneo Occidentale assume grande rilievo la figura di don Garcìa di Toledo, vicerè di Sicilia e comandante generale del mare, per la sua decisiva azione politica svolta in particolare in questo scacchiere. L’autore attraverso un profilo biografico ne traccia le tappe più salienti e più contigue all’Ordine di San Giovanni.
Nato a Villafranca di Bierzo (Lèon), in Spagna, nel 1514,, sposò donna Vittoria Colonna dei Duchi di Pagliano, dalla quale ebbe otto figli. Figura patriarcale, cosciente di essere erede e portatore di una stirpe, fu uomo di stato, militare e di mare. Allievo di Andrea Doria, divenne, a soli 21 anni, Capitano Generale delle Galee di Napoli, partecipando subito alla vittoriosa battaglia di Tunisi e alla Campagna di Algeri. Contrastò quindi la controffensiva Turca e Berbera unendosi alle flotte della Santa Sede, dell’Ordine di Malta e di Genova, intraprendendo attacchi sulle coste e isole greche fino ad impadronirsi del bottino che il corsaro Barbarossa intendeva consegnare al Sultano, catturando le rispettive navi ed accolto poi in modo trionfale nella città di Messina.
Tra le sue più brillanti azioni di guerra si ricorda la conquista dell’inattaccabile città di Mehedia, base del pirata Dragut, capitolata grazie alla realizzazione della sua ingegnosa idea della “batteria volante”, una sorta di potente piattaforma creata tra due galee, provvista da nove cannoni nascosti da un parapetto.
Nel 1564, divenuto Capitano Generale del mare con il comando delle squadre di Spagna, Napoli, Sicilia e Genova, fu nominato da Filippo II, su suo espresso suggerimento, Vicerè di Sicilia. Con l’assunzione di questo doppio incarico, la sua azione di contrasto all’espansione musulmana nel Mediterraneo orientale si fa più ardua ed incisiva fino all’intervento decisivo della sua flotta durante il grande assedio di Malta. Raggruppate trenta navi da sbarco nel porto di Messina, sferrò contro le soverchianti forze musulmane che cingevano d’assedio Malta l’attacco che fece capitolare definitivamente la flotta del Sultano. Filippo II scriveva a don Garcia “Questo servizio è stato tanto prezioso per il bene della cristianità e dei nostri stati e signori, che mi avete dato un nuovo obbligo, e così potete stare certo che vi onorerò”
Morì a Napoli nel 1578; la storia lo ricorda, conclude l’autore, come colui che nella sua epoca fu considerato il più grande comandante di Spagna

Don Garcìa di Toledo, viceroy of Sicily and commander in general of the sea, was an important figure in the Kingdom of the Two Sicilies and the western Mediterranean for his decisive political action, carried out mainly in this theatre. Through a biographical profile the author traces its salient stages and those most pertinent to the Order of St. John.
Born in Villafranca di Bierzo (Lèon) in 1514, Don Garcia married Donna Vittoria Colonna dei Duchi di Pagliano, with whom he fathered eight children. A patriarchal figure, conscious of being the descendant of a great family, he was a statesman as well as a soldier and sailor. Pupil of Andrea Doria, at only 21 years of age he became Captain General of the Galleys of Naples, immediately participating in the victorious battle of Tunis and in the Algiers campaign. He resisted the Turkish and Berber counteroffensive, joining forces with the Holy See’s fleet and that of the Order in Malta and Genoa, making attacks on the Greek coasts and islands until he acquired the booty the corsair Barbarossa wanted to deliver to the Sultan, capturing the respective ships and then being triumphantly received in the city of Messina.
Among his most brilliant actions in war was the conquest of the unassailable city of Mehedia, base of the pirate Dragut, capitulated thanks to his ingenious idea of the flying battery, a kind of platform created between two galleys, on which nine cannons stood hidden by a parapet.
In 1564, having become Captain General of the sea with command over the squadrons of Spain, Naples, Sicily and Genoa, at his express suggestion Philip II nominated him Viceroy of Sicily. With this rank, his action to stop the Muslim expansion in the eastern Mediterranean became bolder and more incisive up to the decisive
intervention of his fleet during the great siege of Malta. He gathered thirty ships in the port of Messina and used them to attack the massive Muslim forces laying siege to Malta, finally making the Sultan’s fleet capitulate. Philip II wrote to don Garcia: “This service has been so precious
for the good of Christianity and our states and lords that you have given me a new obligation, and so you can be certain that I will honour you.”
He died in Naples in 1578: history remembers him, concludes the author, as the greatest Spanish commander of his time.

  pagina precedente / back to previous page
indice / back to summary
pagina successiva / next page