Malta:Forte Sant’Angelo e il ritorno dei Cavalieri

 

Carlo Marullo di Condojanni

 

 

 

L’origine della presenza umana sul promontorio che ospita lo storico Castello denominato Forte Sant’Angelo si perde nei tempi della preistoria. E’ però certo che i Fenici sostavano a Malta durante i loro viaggi nel Mediterraneo.

Saranno necessari molti secoli prima che si possa affermare una presenza storica sul promontorio e tale momento è rappresentato dall’avvento degli Arabi,  che, per primi, si

si cimentarono nella costruzione di una

Il promontorio con la Fortezza di S.Angelo

fortificazione, nella quale si dice sia stato riutilizzato il materiale proveniente dalle rovine di un antico tempio dedicato al Dio Astarte.

A partire dall’ 870 in poi, sia pure con un’interruzione di circa 34 anni in cui la comunità greca, appoggiata dall’esercito siciliano, controllò l’Isola, gli arabi spadroneggiarono nell’arcipelago maltese e, ciò che è certo, nel 973 vi costruirono un castello che rimase come loro fortificazione, finché Ruggero di Normandia non li allontanò nel 1090 dalle Isole Maltesi.

Bisogna arrivare al dominio degli Angioini tra il 1266 e il 1284 per avere notizia dell’esistenza della Chiesa di Sant’Angelo, Chiesa che sorgeva sul “Castello a mare”, come veniva chiamato in antico il promontorio che certamente a partire dal 1500 prende il nome di  Sant’Angelo.       Alterne vicende si susseguono nel possesso del forte fin quando, nel 1530, a seguito della concessione da parte di Carlo V vi si istallarono i Cavalieri di Rodi che, poi, proprio dall’isola di Malta prenderanno il nome che ancora oggi li distingue.

Per la verità, nel 1524 già i primi due Cavalieri di San Giovanni arrivarono sull’Isola per esplorare i luoghi, manifestando le loro intenzioni di istallarsi.  L’Università locale protestò con Carlo V, ma l’autorità di Papa Clemente VII  predominò sull’imperatore, peraltro incoraggiato dal suo Gran Cancelliere Mercurino di Gattinara, nipote del Gran Priore di Messina. Il 24 marzo, con apposito statuto Carlo V investe l’Ordine di San Giovanni del possesso  su Malta, Gozo e la Città di Tripoli.

Nebulosa la vicenda dei De Nava che dal 1430 si erano insediati sul promontorio e lo possedevano al tempo dell’ arrivo dei Cavalieri; certamente fu fatto carico all’Ordine di tutelare fino alla fine della sua vita il Nobile Alvaro de Nava. E’ storia che il 20 giugno dello stesso anno i Commissari Reali intimarono a de Nava di lasciare il Castello, con la minaccia che il rifiuto sarebbe stato un atto contro l’Imperatore.

            Ben presto diviene Comandante del Forte Peter Pitojs con la qualifica di Governatore del Castello. Inizia l’opera di fortificazione di Malta, dove il 26 ottobre 1530 il Gran Maestro Philippe di Villiers de l’Isle Adam prende possesso del Castello.

La presenza dei Cavalieri di Malta e l’attenta lettura delle fonti riferiscono in merito alla constatazione fatta da un Cavaliere dell’esistenza di tracce del Tempio di Juno.

Ciò nel 1533. Materiali di risulta provenienti da tale Tempio sono stati certamente utilizzati dagli arabi, cui può farsi riferimento, come detto,  per la prima fortificazione edificata sulla penisola di Sant’Angelo, nei lavori di ampliamento del Castello e per la costruzione di una diga che andava dal baluardo del Borgo ad un canale del Forte. Si ha traccia di una lapide Fenicia commemorativa della visita al tempio della Regina Dido. Tale lapide, che sarebbe stata collocata all’entrata del Castello, in realtà, risulta perduta. Si ha inoltre notizia del rinvenimento di tre statue romane in marmo probabilmente collocate nel tempio. Tali statue, dopo varie sistemazioni, sono oggi nel Museo di La Valletta. Altri reperti furono trovati successivamente, incluso anche un sarcofago di epoca greca. In pratica tali rinvenimenti, testimoniati al momento dell’arrivo dei Cavalieri confermano che il sito già da oltre due millenni risultava abitato ed utilizzato.

            Lavori di ristrutturazione vengono avviati nel 1533, affidati all’ingegnere militare Ferramolino, che succede all’ingegnere Piccino, primo tecnico dei Cavalieri di Malta ad occuparsi della Fortezza. Nel 1536 sui bastioni che si affacciano sul Borgo furono collocati gli stemmi dei tre Gran Maestri che si erano succeduti nel Forte, de l’Isle-Adam, del Ponte, de Saint-Jaille.

            Le opere di fortificazione militare si succedono con grande alacrità. Le mura crescono e dentro le mura i Cavalieri di San Giovanni creano gli spazi necessari alla vita e alla difesa.

            Ai lavori si aggiungono i decori e, soprattutto, numerosi stemmi in pietra. All’entusiasmo dei primi tempi segue, nel 1547, un momento di stasi, dovuto soprattuto a difficoltà economiche. Nel 1558, alla base di Sant’Angelo viene costruita una piattaforma in difesa delle mareggiate.

In tale configurazione Forte Sant’Angelo affronta un attacco dei Turchi nel 1548 e il Grande Assedio del 1565. In questa occasione, dopo gli assalti del 21 maggio, il Gran Maestro ordinò la demolizione di alcune case nel promontorio del Forte, per erigere una piattaforma dove fece collocare le armi migliori che esistevano.

Malta 5/12/1998 Pellegrinaggio dei Cavalieri alla Chiesa di S.Anna

Forte S.Angelo, mentre sventola la bandiera dell’ordine

Si ha traccia dell’esistenza in Sant’Angelo di una fabbrica di polvere da sparo.

Il 23 giugno La Vallette trasferisce la sua residenza fuori dal Forte. Papa Pio IV nell’ottobre dello stesso anno, nel congratularsi dello scampato pericolo, lo esorta a restaurare le fortificazioni tra cui Forte Sant’Angelo e, assicura contributi del Papato e di altri Sovrani europei. Nel 1566 il Castello è di nuovo pronto a resistere ad altri assedi. La battaglia di Lepanto nel 1571 allontana gli attacchi e si ha un periodo di relativa tranquillità militare

Abbiamo notizie che a partire dal 1681 il Gran Maestro Carafa chiese a Carlo de Grunenburg, ingegnere del Re di Spagna, di effettuare delle proposte per la sistemazione delle fortificazioni di Sant’Angelo. Grunenburg, come viene ampiamente descritto nella relazione tecnica  sui recenti lavori di restauro, dà un proprio contributo alle fortificazioni con il dono di tre batterie. Egli lavora alacremente e, Sant’Angelo diventa un potente baluardo : di ciò restano numerose tracce marmoree sul territorio.

Si ha traccia di danni rilevanti ad alcune torri in occasione del terremoto del 1693 e vengono effettuati, di conseguenza, necessari lavori anche di ristrutturazione interna.

Nella prima metà del 1700 lo splendore di Sant’Angelo si attenua. Non si ha più alcun intervento architettonico. Piccoli lavori si hanno fino al 1792. L’arrivo dei francesi nel 1798, l’esilio dei Cavalieri e, successivamente il possesso degli inglesi aprono un altro capitolo della Storia di Forte Sant’Angelo.

Divenuta Malta colonia Britannica, nel 1800 il Castello di Sant’Angelo viene collegato a Vittoriosa con un ponte levatoio e potenziato da quattro livelli di artiglieria, compreso il più basso, a livello del mare, edificato dal Grunemburg. Quest’ultimo scomparirà completamente nel 1851 dopo una violenta mareggiata. Gli inglesi non manomettono sostanzialmente la Fortezza, si limitano ad aggiungere alcuni corpi di fabbrica ed a realizzare alcune scale necessarie.

Nel 1906 il Forte passa dal Dipartimento di Guerra Britannico alla Marina Inglese con la destinazione di Caserma Navale. Tale trasferimento determina il sorgere di altre piccole costruzioni destinate ad abitazioni degli ufficiali

Il Castello di Sant’Angelo non sfugge alla violenza della Seconda Guerra Mondiale. La Chiesa della Natività viene distrutta e danneggiamenti rilevanti subiscono le strutture della Fortezza, però nulla di irreparabile. Gli anni successivi fino all’indipendenza di Malta vedono il permanere nel Forte del Comando Inglese e nulla di rilevante viene realizzato dal punto di vista architettonico. Il 21 settembre 1964 Malta proclama l’indipendenza, e per la prima volta nella sua storia è libera. Nel 1974 diventa Repubblica Democratica. Il 31 marzo 1979 l’ultimo presidio militare inglese lascia l’Isola, e di conseguenza il Comando Navale abbandona il Forte Sant’Angelo, fino ad allora denominato “Majesty’s Ship Sant’Angelo”.

Medaglia commemorativa dell'inizio dei lavori di restauro

 

Forte S.Angelo : Le piattaforme dei cannoni trasformati in sedili e  la pista da ballo con croce di Malta  realizzata all'epoca della destinazione del forte in albergo

 

 

La nascita della Repubblica Maltese fornisce al Gran Magistero dell’Ordine occasione di guardare con nuovo interesse all’Isola.

 Nel 1962, dopo un decennio di Luogotenenza, era stato eletto alla suprema carica dell’Ordine il Principe e Gran Maestro Fra’ Angelo de Mojana di Cologna, che, con grande lungimiranza politica, avviò negoziati con il nuovo Governo, che portarono, il 23 maggio 1966, al riconoscimento del primo Governo Maltese dal parte dell’Ordine.

Nel Capitolo Generale del giugno 1967, l’ultimo Gran Maestro de Mojana, durante la sua allocuzione sullo “Stato dell’Ordine” e sui “Rapporti Internazionali”, dedicava un ampio riferimento, con indicative linee guida, in merito alla presenza dell’Ordine nell’Isola, e concludeva:”Il appartiendra au Gouvernement futur d’orienter l’action de l’Ordre dans l’Archipel Maltais, afin que le retour dans cette ile ne soit pas purement idéal, mais fécond en résultats concrets.”

Con questi intenti, si concepì un programma di presenza dei Cavalieri a Malta che si avvicinarono al governo dell’isola e, già nel 1978, il Primo Ministro Maltese incoraggiò il Sovrano Ordine ad intraprendere una joint-venture con il

 

       

Governo di Malta per l’utilizzazione a fini di sviluppo turistico del complesso di Forte Sant’Angelo. La trattativa fu molto intensa e lo stesso Principe e Gran Maestro de Mojana si recò a Malta per un breve incontro con l’allora Presidente della Repubblica Buttigier e con il Primo Ministro Dom Mintoff. Purtroppo non fu possibile raggiungere un accordo. D’altra parte il Governo di Malta continuava ad insistere per un completo interessamento dell’Ordine per la Fortezza. A fronte di ciò l’Ordine, offrì di contribuire al restauro di Forte Sant’Angelo con lo stanziamento di un contributo.

Nel frattempo il Governo laburista in carica trasformò la Fortezza in albergo, dotandola di una strada asfaltata che raggiungeva il Forte all’altezza della piattaforma del II livello, con un ponte di grandi dimensioni. Per realizzare la comunicazione furono tagliate irrimediabilmente le imponenti mura esistenti.

Nel livello superiore della Fortezza, davanti alla Chiesa, viene realizzata una pista da ballo, i piedistalli delle batterie dei cannoni trasformati in sedili circolari, e viene creata anche una piscina.          Contemporaneamente il negoziato con l’Ordine di Malta resta congelato.

L’albergo non ha grande fortuna e in breve la struttura viene abbandonata. In tale stato si trova quando, avvicendatosi al Governo laburista quello Conservatore, il negoziato con i Cavalieri riprende.Nel 1989 il Sovrano Consiglio nomina, a seguito dello scambio di note verbali tra il Ministero degli Affari Esteri maltese e l’Ambasciata del Sovrano Ordine, una Rappresentanza del Gran Magistero per lo studio delle proposte per il restauro e la utilizzazione di Forte Sant’Angelo.

La firma dell I accordo tra l'Ordine e la Repubblica di Malta a Forte Sant'Angelo.

 

 

 

Malta 5/12/1998 La firma del II  accordo internazionale

 

 Nel corso dei due anni successivi le trattative proseguirono con la nomina di un Commissario per i negoziati con il Governo Maltese.

Il 21 giugno 1991 venne stipulato tra il Sovrano Ordine e la Repubblica di Malta l’Accordo per la ristrutturazione e l’utilizzo del Forte da parte dei Cavalieri. Firmatari dell’accordo, il ricevitore del Comun Tesoro e il Ministro dell’Educazione Ugo Mifsud Bonnici. L’Accordo fu redatto in Forte Sant’Angelo.

Incontri e visite di Stato tra i due Enti sovrani hanno avuto luogo, negli anni seguenti, sia al Palazzo Magistrale e alla Villa Magistrale in Roma, sia al Palazzo Presidenziale a Malta, durante i quali sono stati confermati e sviluppati i termini dell’accordo. Nel 1993, in occasione del quinto anniversario della sua Elezione a Gran Maestro, S.A. Em.ma il Principe e Gran Maestro ebbe a sottolineare in merito a Forte Sant’Angelo: “In esso, allorquando il restauro sarà completato, potranno essere esercitate utilissime attività con particolare pensiero alla formazione dei futuri quadri dirigenti dell’Ordine, cui guardiamo con grande speranza.”

Il Forte, negli anni successivi, è stato occasione di numerosi incontri internazionali. Nel 1998, durante un Raduno Mondiale dei Cavalieri a Malta, fu stipulato, il 5 dicembre, il definitivo Accordo di concessione, in extraterritorialità allargata, di Forte Sant’Angelo al Sovrano Ordine per un periodo di 99 anni. Nel Palazzo Presidenziale di La Valletta, presenti i Capi di Stato, firmarono l’Accordo il Gran Cancelliere dell’Ordine e il Primo Ministro maltese.

Nella storica sede di Forte Sant’Angelo, divenuta extraterritoriale, si incontrarono in quei giorni,per festeggiare i nove secoli di vita dell’Istituzione Melitense, oltre mille Cavalieri e Dame provenienti da tutto il mondo, che segnarono il ritorno dell’Ordine nell’Isola.

Si susseguirono nel 1999, proprio in Forte Sant’Angelo,in parte restaurato e divenuto, nel frattempo, sede della prestigiosa Accademia Internazionale Melitense, istituita nel 1998,  i primi Incontri e Convegni di Studi.

 Nel giugno 2000 si tennero nelle sale restaurate del Forte un’assise storico-accademica e di omaggio alla figura dell’Imperatore Carlo V,nell’occasione della quinta ricorrenza della sua nascita, una riunione straordinaria commemorativa che ha segnato il culmine della presenza dei Cavalieri nel forte tornato ai Cavalieri.

 

                                                                                      

 

 

Il restauro del monumento

 

            “Le prime notizie della volontà di restaurare il Forte da parte dei cavalieri risalgono al rilievo del monumento, commissionato dagli stessi all’ingegnere Cesare Oliva che redasse anche un computo metrico estimativo, molto generico, indicando così i costi che si sarebbero dovuti affrontare per il completamento dell’opera.

            Intervenuto il primo accordo fra il Governo di Malta e i Cavalieri, questi ultimi nominarono per  l’esecuzione dei conseguenti lavori un Commissario straordinario, che affidò  l’incarico di definire meglio il rilievo ed eseguire il progetto all’ingegnere Nino Vicari dell’Università di Palermo; questi, come previsto dalle leggi maltesi, si avvalse in loco di un architetto residente, quale direttore dei lavori ed esecutore delle riproduzioni dei disegni, con nomenclatura in inglese, da sottoporre alla Planino Authority.

            Uscito di scena l’architetto maltese, in tempi assai recenti, in esecuzione dell’accordo tra l’Ordine di Malta ed il Governo maltese del 1999 che, stante l’extraterritorialità escludeva interventi diretti della Planning Authority, il progettista si è avvalso della collaborazione di un componente della stessa Planning Authority, anche lui architetto, che ha diretto in loco il restauro della scala di accesso al palazzo del Gran Maestro, caratterizzata da una pregevole loggia.

Forte Sant’Angelo, chiesa di Sant’Anna prima del restauro e a lavori ultimati

 

            Ma veniamo al monumento che il Commissario straordinario volle fosse restaurato, con criterio di conservazione, per una nuova destinazione di utilizzo quale sede a Malta dei Cavalieri, dedicata alla promozione della cultura dell’Ordine, in una visione di formazione dei quadri dirigenti, con particolare riferimento alla diplomazia. Un intervento di delicato restauro fu operato nell’anello superiore della fortezza che era stata manomessa in più punti dagli inglesi, con l’aggiunta di molti corpi, peraltro ben inseriti nei volumi preesistenti.

            Il restauro della chiesa di Sant’Anna e degli spazi circostanti il palazzo del Gran Maestro, curato dai Cavalieri con lavori iniziati negli anni ’90 ed ininterrottamente proseguiti fino al 2001, anno in cui sembrano essersi improvvisamente rallentati, ha in parte liberato il manufatto dalle superfetazioni inglesi, lasciando però marcati segni dell’esistente.

Sia il Palazzo del Gran Maestro che la cappella di Sant’Anna sono stati liberati da quanto era stato loro addossato, una balconata coperta ed un portico, rendendo così leggibile il preesistente. Il degrado della pietra ha imposto la sostituzione di parte di essa; la ristrutturazione interna della chiesa e del Palazzo ha mantenuto gli spazi disponibili. Pochi, e comunque trascurabili, sembrano essere stati gli interventi statici. Alcuni segni di assestamento esistenti sulle mura, con fenditure, sono di antica data e, non compromettendo la stabilità, sono stati lasciati in evidenza, con pulitura delle pietre.  

 

 

            Al pian terreno del palazzo del Gran Maestro oggi sono stati ricavati spazi museali, dove splendono alcune collezioni di porcellane, vetri e ceramiche di pregevole fattura siciliana, appartenenti a famiglie che avevano vestito l’abito di Malta, come risulta dagli stemmi della famiglia Di Lorenzo del Castelluccio che decorano ogni pezzo. Sempre al pianterreno esistono locali sottomessi di interessante forma, in collegamento con accessi a vani sotterranei, adiacenti alle cisterne, non ancora completamente esplorati ed accessibili.

            Al piano di sopra, cui, oltre che dall’interno, con un’interessante piccola scala elicoidale di pietra, si accede anche dall’esterno attraverso la citata scala a loggia, vi è la possibilità di una residenza con due stanze da letto e una grande stanza con straordinaria vista sul mare. Nel salone c’è un dipinto sovrapporta di un Cavaliere tedesco.

            Nella seconda sala ed in quella di transito, si possono ammirare i ritratti del Gran Maestro e del Commissario straordinario per l’esecuzione dell’accordo con il governo maltese, le cui armi, riprodotte in una serie di stampe,riproducenti i costumi dei cavalieri delle varie epoche, adornano le pareti della sala dove si svolgono le riunioni dell’Accademia internazionale melitense che lì ha la sua sede.

Forte Sant’Angelo, palazzo del Gran Maestro, prima del restauro e a lavori ultimati .

 

Interessantissima la soluzione adottata per gli impianti, con la realizzazione di un parquet sollevato di circa 30 cm dal piano di calpestio che consente così il passaggio e la trasformazione di qualsivoglia tipo di distribuzione impiantistica.

           

Anche il soffitto del primo piano, le porte a cardine centrale ed il disegno dei cancelli sono nuovi per le tipologie di restauro maltesi. Singolare anche l’approccio al pavimento esterno, con bocciardatura.

In sintesi un esempio unico nella storia del restauro dell’isola che, effettuato su progettazione e direzione dei lavori italiani, ha offerto alle maestranze locali il confronto con le più moderne tecniche di restauro europeo, facendo scuola per ulteriori esperienze, soprattutto sulla sicurezza, specie quella di cantiere, che hanno anticipato, di oltre dieci anni, quanto inesorabilmente dovrà avvenire con l’ingresso di Malta nell’Europa.

 

Forte S.Angelo, Statua di S.Giovanni collocata durante il restauro sul sagrato della Cappella di S.Anna

Malta, l’avanzata del cemento verso il Forte.

 

            Questo restauro, non a caso voluto dai Cavalieri, per loro natura internazionali, nell’occasione del loro ritorno sull’isola, ha il carattere di segno forte di apertura dell’arcipelago maltese alla cultura europea dei beni storici e rappresenta un mirabile esempio di riutilizzo del monumento, sia per la cura con cui è stato progettato, sia per la sensibilità con cui il commissario straordinario lo ha realizzato, sia per l’utilizzazione che se ne potrà fare nel futuro.

            Sebbene  i lavori in corso per alcune strutture turistiche prospicienti l’unica via di accesso al forte, che fiancheggia il mare, deturpino la possanza delle fortificazioni,quest grazie alla loro imponenza, rimangono leggibili, anche per le parti occultate dal cemento in forme modernissime.“

               

 

                                   

 

 

                                                                                                          Carlo Marullo di Condojanni