Malta. Arte e storia

 

            La Storia dell’Ordine di Malta e l’epopea dei suoi Cavalieri ha in Malta il luogo della massima gloria militare e politica. La posizione geografica e gli ottimi approdi hanno da sempre fatto, dell’arcipelago maltese, un centro abitato già in epoca preistorica. Ciò è attestato dal numero e dall’importanza dei ritrovamenti anche di epoca neolitica che rendono Malta un sito archeologico di grandissimo interesse in Europa e mostrano una cultura assai avanzata, che però si interrompe bruscamente nel III millennio. Vi sono inoltre documentate tracce di rapporti commerciali con la cultura di Thapsos in Sicilia e con il mondo miceneo. Dell’epoca fenicia rimangono pregevoli terracotte, iscrizioni, corredi funerari. Dopo i fenici l’arcipelago divenne colonia greca nel sec.VIII a. C. e poi appartenne a Cartagine nel VI secolo a. C. Fu conquistato una prima volta dai romani, durante la prima guerra punica, e poi definitivamente nel 218 quando divenne parte della provincia romana di Sicilia. In epoca romana erano noti il tempio di Giunone, quello di Apollo ed altri monumenti, e rimangono a Mdina detta “città notabile” (titolo conferitole nel 1428 da Alfonso d’Aragona) vestigia di monumenti e abitazioni della città romana, mentre a Rabat si trovano catacombe dell’era cristiana ed una villa, scoperta nel 1881, poi adibita a Museo Romano. Qui si conservano mosaici, parti di architetture e opere scultoree. A Ramba, sull’isola di Gozo, si conservano i resti di un edificio termale. Il cristianesimo riuscì tra grandi problemi a diffondersi sull’isola e nel IV secolo d.C. è provata l'esistenza di una comunità cristiana. Sempre nel IV sec. d. C. l’arcipelago diverrà parte dell’Impero d’Oriente, con la parentesi dell’invasione dei Vandali, dal 454 al 464, e di quella degli Ostrogoti, dal 464 al 533. I Bizantini ridussero le dimensioni della città romana, l’attuale Mdina. All’incirca dall’870 Malta divenne un dominio musulmano. Di questo periodo rimangono poche tracce sull’isola, tra le quali degna di nota è la stele cufica di Maimuna. Sporadiche le tracce di epoca romanica, qualche capitello, e i brani di pitture romanico-bizantine nella cappella sotterranea di Sant’Agata a Rabat. Nel 1091 Ruggero il Normanno libera Malta dai saraceni e la unisce alla Sicilia. Anche di questo periodo rimangono scarse testimonianze. L’isola passa agli Angioini nel 1266 e quindi agli Aragonesi nel 1283. E’ attestata la presenza di artisti siciliani a Malta nel XV sec., ed anzi la presenza dei seguaci di Antonello fu un fatto artisticamente rilevante per l’isola verso la fine del secolo. Importante anche la presenza di opere di Antonello Gagini e di scuola gaginesca nelle chiese maltesi. Nella con-cattedrale di S Giovanni a Valletta si trova un Crocifisso su tavola attribuito a Polidoro da Caravaggio, forse portato a Malta quando questa divenne la sede ufficiale dell’Ordine di Malta. Il 23 marzo 1530 infatti Carlo V concede : “in perpetuo feudo nobile e franco, l’ isola di Malta, con annessi Gozo e Tripoli” al Sovrano Militare Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme “perchè ivi restasse stabilmente e senza alcun obbligo militare nè prestazione di canone” col solo impegno simbolico di donare ogni anno un falcone, ciò accadde sotto gli auspici del Papa Clemente VII, Giulio De Medici, cavaliere dell’Ordine Gerosolimitano. L’arrivo a Malta dei cavalieri segnò un periodo di prosperità e splendore e aprì l’isola a contatti internazionali di primo livello, anche da un punto di vista artistico, incentivando anche la presenza delle maestranze siciliane la cui produzione artistica ebbe una parte non secondaria nei lavori compiuti dal 1530 in poi a Malta.

 L’Ordine di San Giovanni si dedicò immediatamente alla fortificazione dell’isola e ad un forte potenziamento bellico e, in seguito, al suo abbellimento. Nel XVI secolo diversi architetti ed ingegneri lavorano alle fortificazioni dell’isola, tra questi Giulio Cesare Brancazio, Antonio Ferramolino che operò al forte Sant'Angelo e alle fortificazioni della Goletta, Pietro Del Prado che avvia i lavori per il forte Sant’Elmo e per il forte San Michele, e Francesco Laparelli che progettò la città di La Valletta (dal nome del Gran Maestro dell’Ordine Jean de la Vallette che avviò i lavori) aiutato dal maltese Gerolamo Cassar, costruttore della chiesa di san Giovanni a Valletta e di altre chiese, degli alberghi delle lingue dell’Ordine. Lavora alle fortificazioni intorno alla città il maceratese P.P. Floriani dal quale prende il nome la città di Floriana. Altri architetti costruirono chiese e palazzi come Bartolomeo Genga d’Urbino e, verso la fine del secolo, Giuseppe Valeriano, esponente di punta dell’architettura gesuitica dell’epoca, inizia il collegio gesuitico a Valletta. Per il progetto della chiesa del Gesù fu chiamato a Malta il lucchese Francesco Bonamici che vi lavora insieme all’architetto siracusano Michelangelo Bonamici. Alla costruzione del collegio e della chiesa della Compagnia di Gesù collabora anche Natale Masuccio, che sarà poi incaricato dal Gran Maestro Alof de Wignacourt di incanalare le acque della Valletta. In questo secolo furono presenti a Malta anche parecchi pittori tra i quali Alessandro Padovano e Filippo Paladini. A Malta fu anche Matteo Perez de Alesio o da Lecce proveniente da Roma dove aveva lavorato alla Sistina. Del palermitano Francesco Potenzano, pittore e poeta, si conservano due dipinti nella chiesa di San Giovanni a La Valletta. Il pittore messinese Antonio Catalano il Vecchio inviò a Malta una grande pala d’altare che si trova nella chiesa dei Minori Osservanti di Santa Maria del Gesù a Valletta.

Nel XVII secolo il panorama pittorico dell’isola è arricchito dall’opera di Caravaggio, alla cui presenza a Malta sono legate quelle di Lionello Spada e di Mario Minniti. Francesco Marquet, pittore messinese e cavaliere, dipinge per diverse chiese maltesi. Il pittore siciliano Daniele Monteleone lascia a Valletta, un dipinto con Madonna e Santi, nella chiesa dei carmelitani. Francesco Cassarino lavorò per la chiesa di San Giovanni, e la chiesa della Madonna di Liesse. Di Giuseppe D’Arena o Arena noto come “pittor romano” e “Donato” dell’Ordine di San Giovanni rimangono numerose opere a Malta. Antonio Maddione lavorò a Malta sino al 1689 vicino al “cavaliere calabrese” Mattia Preti, che lasciò numerosissime opere nell’isola ed al quale si deve anche la decorazione della volta della chiesa di S. Giovanni ed il progetto della chiesa di Sarria a Floriana. Lo scultore maltese Melchiorre Gafà, lodato dal Bernini, lasciò poche opere in patria, mentre il fratello minore Lorenzo introdusse a Malta le forme barocche dell’architettura. Nel XVIII secolo si mantiene l’ambiente internazionale. Il pittore Giuseppe Velasco o Velasquez lavora per la Collegiata di San Paolo a La Valletta, per S. Domenico a Rabat, e per Siggiwi. Antonio Manuele di Messina è l’autore della decorazione pittorica illusionistica della cupola della Cattedrale sull’isola di Gozo, inaugurata nel marzo 1739. L’agrigentino Libertino Cardella, allievo del Patania, apre a Malta una scuola di pittura. Anche l’artista trapanese Bernardino La Francesca si trasferì nell’isola ottenendo dal Gran Maestro gerosolimitano privilegi e "l’onor di portare la croce", dipingendo episodi tratti dalla storia Sacra e profana nel palazzo Magistrale ed in altri palazzi dei Priori e dei cavalieri. L’incisore trapanese Michele Laudicina trascorse otto anni a Malta insieme al fratello, venendo introdotto in un giro di committenze importanti della nobiltà europea. Vincenzo Manno, pittore ed ufficiale delle truppe di Malta, è a Malta dal 1790 al 1794. Qui lavora per la chiesa di Santa Maria della Vittoria e realizza affreschi per l'interno della Cattedrale di San Giovanni a Mdina, i cui disegni preparatori sono firmati da Antonio Manno. Meritano menzione anche i pittori maltesi Stefano Erardi, e Francesco Zahra, artista di formazione napoletana, la cui scuola sarà molto attiva nell’isola. Il francese Antoine De Favray fu attivo a Malta alla fine del secolo. Verso il 1784 viene chiamato a Malta l’architetto Stefano Ittar per ampliare la “Bibliotheca” della Sacra Religione Gerosolimitana e forse portò con sé il suo figlio maggiore Sebastiano anch’egli architetto. A Malta Ittar costruisce il villino "Agata" a Floriana e alcune case in Strait Street, per la Venerabile Lingua di Provenza. In questo secolo vi sono anche diversi architetti maltesi di buon livello: Antonio e Domenico Cachia; Giovanni Barbara; Giuseppe Bonnici.

L’Ordine rimase a Malta per quasi tre secoli, fino al 12 giugno 1798, quando Malta aprì il porto alle truppe di Napoleone Bonaparte. Il 4 settembre 1800 gli Inglesi, chiamati in soccorso dall’Ordine stesso, riconquistarono l’isola e, secondo il trattato di Amiens del 1802 avrebbero dovuto restituire l’arcipelago alla sovranità dell’Ordine: invece nel 1814 con il trattato di Parigi esso fu confermato come colonia britannica. Nel periodo britannico venuta meno la committenza artistica dei cavalieri l’isola non registrerà più la quantità di presenze culturali internazionali che aveva avuto fino ad allora. L’ambiente artistico e culturale si ridimensiona e la vita per gli artisti è più difficile come dimostra l’esperienza dell’architetto maltese Giorgio Pullicino inviato a studiare a Roma dai Cavalieri, che al suo ritorno a Malta vive dipingendo vedute per i forestieri. Nel secolo XIX molti pittori maltesi si formarono e spesso si affermarono fuori patria: Vincenzo e Giuseppe Hyzler, Pier Paolo e Raffaello Caruana, Michele Bellanti, Giorgio Bonavia, Luigi Calamatta, calcografo, Amedeo Preziosi, Lazzaro Pisani, Giuseppe Calì, Antonio Sciortino. In questo secolo hanno lavorato per le chiese di Malta i pittori di scuola romana: F. Grandi, D. Bruschi, P. Gagliardi, A. Palombi. Continuarono anche se per ragioni e con intensità differente i rapporti con la Sicilia. A Malta furono Letterio Subba, pittore e scultore messinese, e Michele Cortegiani che, nel 1887, eseguì il Ritratto della contessa Sant, e lavorò per la chiesa di San Giuseppe. Con l’eccezione di vari periodi in cui il governo inglese concedeva alle isole statuti più liberali, l’arcipelago rimase una colonia inglese fino al 21 settembre 1964 quando fu proclamato stato indipendente appartenente al Commonwealth. Il panorama artistico della prima metà del XX secolo è occupato quasi unicamente da maltesi formatisi però in buona parte a Roma e molto attivi in ambito internazionale. Tra questi ricordiamo i pittori Gianni Vella, Eduardo Caruana Dingli, G. Preca, E. Cremona, Willy Apap e Frank Portelli e gli scultori Vincenzo Apap e G. Borg. Nel dicembre 1974 una riforma costituzionale dichiarò l’arcipelago repubblica all’interno del Commonwealth ed oggi fa parte a pieno titolo dell’Unione Europea.