CORRIERE
DELLA SERA, 31 maggio 2000
DALLE CROCIATE ALLE
MISSIONI UMANITARIE LA
NUOVA FRONTIERA DEI
CAVALIERI DI MALTA
di Maria Grazia Cutuli
MILANO – La croce bianca a
otto punte si staglia su un
tendone rosso. L’antica
bandiera dell’Ordine di
Malta non ha confini
territoriali da delimitare.
Vessillo sopranazionale.
Marchio d’origine per un
consesso d’alto lignaggio
formato da 11 mila
cavalieri, ai quali si
affiancano 80 mila
volontari. Ma questa stessa
bandiera, che sventolò per
la prima volta 900 anni fa
sulle mura di Gerusalemme ai
tempi delle crociate, ha
attualmente rappresentanti
diplomatici in 85 Paesi,
oltre che delegazioni presso
l’Onu e l’Unione Europea.
Non è solo una potente lobby
cattolica, l’Ordine di
Malta, fatta di adepti
dotati di prestigiosi alberi
genealogici e titoli
nobiliari, legata a doppio
filo con il Vaticano. È
anche un’istituzione
umanitaria, che opera nei 5
continenti, dall’Albania al
Congo, dalla Russia al
Nicaragua.
I suoi ambasciatori,
invitati ieri e oggi a
Milano per un incontro a
Palazzo Cicogna,
rappresentano l’anello tra
le due facce dell’Ordine: i
quartier generali, dove si
indossano paramenti neri e
decorazioni cerimoniali, e
il «terreno» dove si
interviene con i camion, le
jeep, le mani nel fango. “Il
loro ruolo è fondamentale
proprio perché non è
politico, ma tecnico. Ci
permettono di monitorare le
situazioni interne di certi
Paesi, di prevenire le
crisi, e di intervenire
immediatamente con cibo,
medicinali, aiuti lì dove ce
n’è bisogno”, spiega il
Conte Carlo Marullo di
Condojanni, che è anche
principe di Casalnuovo, ma
soprattutto Gran Cancelliere
del Sovrano Militare Ordine
di Malta, oltre che l’ex
ambasciatore presso l’ONU.
Tuitio fidei, obsequium
pauperum, recita il motto
dell’Ordine. Difesa della
fede e servizio del poveri.
Un tempo si parlava di
carità da esercitare anche
attraverso le armi. L’Ordine
nacque così, in piena
crociata, con i figli
cadetti delle famiglie più
nobili e influenti d’Europa
mandati a combattere. Era
l’anno del Signore 1099. Le
armate di Goffredo di
Buglione cingevano d’assedio
Gerusalemme, quando alcuni
crociati decisero di fondare
una comunità monastica che
gestisse un ospedale per
curare i pellegrini feriti
in Terra Santa. Opere
ospedaliere nacquero anche
in Europa, lungo le rotte
della devozione che
portavano tra gli
“infedeli”. Nel XIV secolo,
l’Ordine dopo un passaggio a
Cipro si trasferì a Rodi,
ottenendo la sovranità
sull’isola. Nel 1523 Rodi
cadeva nelle mani di
Solimano il Magnifico e i
Cavalieri trovarono uno
Stato a Malta, su
concessione di Carlo V. La
loro storia militare si
concluse con l’invasione
napoleonica: non potendo
combattere contro altri
cristiani, i Cavalieri di
Malta subirono l’assedio e
da lì passarono a Roma.
Le opere ospedaliere ci sono
ancora. Proprio a Roma
gestiscono l’Ospedale San
Giovanni Battista. Ma le
moderne necessità umanitarie
hanno cambiato il volto
della carità. “E’ proprio
l’emergenza il momento in
cui siamo più efficaci.
Mentre la macchina
internazionale si muove con
lentezza, un mese almeno per
lavorare a pieno ritmo, noi
sappiamo come arrivare per
primi”, dice ancora il conte
Marullo.
Sono arrivati nei campi
profughi del Congo, di
recente in Albania, in
Macedonia, in Montenegro. Ma
hanno sfondato anche la
cortina degli “ex nemici”.
Il Libano, per esempio.
”L’Ordine gestisce lì una
decina tra ospedali e
ambulatori. Durante la
guerra, la nostra bandiera
era l’unica che riusciva a
portare aiuti da una e
dall’altra parte della linea
verde”. Vale a dire dalle
fazioni cristiane a quelle
musulmane.
Scherzo della storia: l’ex
re del Marocco, Hassan II li
ha chiamati a mediare con
alcuni paesi arabi su
Gerusalemme. Non li ha
fermati neanche il blocco
Est-Ovest: “A Cuba stavamo
ai tempi di Batista. E ci
siamo rimasti anche con
Castro. Dopo la visita del
Papa del 1998 abbiamo
portato 8 milioni di
dollari”. Presso l’Onu, il
conte Marullo ricorda le
battaglie contro le mine e
quella per la cancellazione
del debito estero.
Ancora oggi per ottenere
l’investitura il titolo
nobiliare non guasta. Ma non
è essenziale (come
dimostrano i molti cavalieri
che provengono dal nuovo
mondo, Stati Uniti in
particolare), per
appartenere a una delle tre
classi dell’Ordine,
cavalieri di giustizia,
obbligati ai voti monastici;
cavalieri e dame
d’obbedienza, cavalieri e
dame di grazia magistrale. I
nomi prestigiosi abbondano.
In Italia due ex Presidenti
della Repubblica, Francesco
Cossiga e Oscar Luigi
Scalfaro, all’estero il
principe Ranieri e Re
Baldovino. L’Ordine possiede
anche i tribunali che
all’occasione possono
giudicare o radiare i
membri. Per diventare
volontari serve invece solo
un tirocinio. E la croce
come bandiera.