Tenendo conto che sia
l’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme che quello dei Templari
si ispirano inizialmente alla regola di San Benedetto, questo
può aver costituito il tramite che ha filtrato negli statuti
degli ordini la cura peregrinorum20.
Non va dimenticato, d’altra parte, né l’obbligo per il cavaliere
della protezione dei deboli, né il fatto che questo collegamento
avviene all’interno della specifica situazione creatasi in
Terrasanta, dove pellegrinaggio e permanente situazione militare
convivono e, naturaliter, si intrecciano. Il primo Ordine che si
organizza a Gerusalemme con una vocazione esplicitamente
ospitaliera, che peraltro lo accompagnerà fino ai nostri giorni,
è l’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, detto poi di Rodi ed
oggi di Malta, ma conosciuto anche soltanto come l’Ospedale, per
questa sua iniziale e specifica attività.
Guglielmo di Tiro ci informa che l’amministrazione di
Gerusalemme sotto i mussulmani era divisa in quattro settori,
uno dei quali, precisamente quello in cui si trovava il Santo
Sepolcro, era riservato ai mercanti amalfitani che, presso il
monastero di Santa Maria Latina, avevano fondato un ospizio, per
accogliere i pellegrini. Guglielmo specifica che l’ospizio era
retto da Gerardo ed aggiunge che un secondo ospizio destinato
alle donne era stato aperto presso il convento di Santa Maria
Maddalena ed affidato alle cure della Badessa Agnese romana21.
Precedente alla conquista di Gerusalemme da parte dei
crociati, quindi, e per conto di una confraternita laica sorta
nell’ambito dei mercanti amalfitani, presso una chiesa eretta
dai benedettini, dovette formarsi il primo nucleo del futuro
ordine ospitaliero.
Una donazione di Goffredo di Buglione del 1100, confermata dal
re Baldovino I nel 110222
e da Baldovino III nel 115423,
ce lo indica infatti attivo al momento della conquista della
città.
Il 15 febbraio del 1113 il papa Pasquale II, con una bolla
stilata a Benevento24,
riconosce formalmente la nuova istituzione e prende sotto la
protectio Beati Petri l’Ospedale di Gerardo che viene
identificato dal luogo in cui è situato e cioè iuxta beati
Johannis Baptistae aecclesiam, un patronato che darà poi il nome
all’Ordine. Pasquale conferma tutte le proprietà che lo
Xenodochium possiede a Gerusalemme e nelle altre diocesi,
indicando in maniera chiara e specifica che si tratta di beni
acquisiti ad sustendandas peregrinorum et pauperum necesitates.
Specifica nello stesso documento che la cura peregrinorum è il
fondamento su cui si basa la nuova istituzione. La Bolla papale
è chiarissima e non lascia dubbi sulle funzioni iniziali
dell’Ospedale tra le quali non appare quella militare che si
affermerà solo successivamente e a conseguenza della necessità
di una difesa anche armata dei pellegrini e dei beni della Domus
hospitalis di Gerusalemme.
Dopo le solite conferme e minacce nei confronti di chi osi
perturbare le proprietà dell’Ordine, la Bolla indica brevemente
le località dove queste sono maggiormente raggruppate. Troviamo
indicati possedimenti non solo in Terrasanta e nei porti
d’imbarco da e verso la Siria, ma anche ad Asti nei pressi dei
valichi alpini e a Saint-Gilles uno dei gangli essenziali delle
comunicazioni terrestri e un importante crocevia di vie di
pellegrinaggio. Le sedi dei quattro priorati verranno, poi,
situate nei porti di Pisa, Venezia, Barletta e Messina, mentre
due importanti domus vengono istituite a Napoli e a Genova.
L’Ospedale, quindi si proietta subito nei gangli vitali dei
collegamenti tra l’Italia e la Palestina, ma non trascura la
possibilità di situarsi lungo le principali strade medievali
mostrando subito uno specifico interesse, oltre che per i porti,
anche per le vie terrestri di pellegrinaggio.
In Francia, oltre al Saint-Gilles citato nella bolla papale,
si forma nella contea di Tolosa un altro importante centro di
espansione della sacra domus hospitalis, denotando lo specifico
interesse per quella via Sancti Egidi o tolosana che collegava
il Camino de Santiago, attraverso il valico del Somport, ai
porti e alle vie per la Terrasanta. Da Saint-Gilles l’Ordine si
estende verso la Spagna sviluppandosi sia lungo la valle
dell’Ebro appena liberata dagli arabi che lungo il Camino de
Santiago. Il personaggio che favorisce e dà impulso a questa
espansione e consolidamento, peraltro simile e parallela a
quella templare che ben comprendeva il valore strategico delle
stesse zone, è il Gran Maestro Raymondo du Puy. Il diritto di
libero transito concesso a Raimondo Berengario IV per tutta la
Provenza, nel 1150, e l’esenzione di imposte per i traffici
fluviali di Luigi VII di Francia, favoriscono il consolidarsi
degli Ospitalieri nella regione, segnando una tendenza che verrà
confermata nella successiva politica dell’Ordine. In realtà è
dal priorato di Saint-Gilles che l’Ordine si espande anche verso
la Francia settentrionale e il ducato di Lorena.
Va sottolineato il fatto che Saint-Gilles costituisce in
realtà la cerniera tra le vie verso Compostela, quelle terrestri
che confluiranno nella Francigena ed i porti provenzali per la
Terrasanta.
L’Ordine di San Giovanni nel 1126 è già sul Camino de
Santiago: ad Atapuerca che viene donata all’Ordine da Alfonso
VII. Il documento specifica radicato in Navarra, come ancora
oggi testimonia, l’importante complesso di Cizur Menor formato
da una chiesa, un ospedale per i pellegrini, una magione
fortificata e vaste proprietà agricole.
Larragueta nel suo documentato studio sul Gran Priorato de
Navarra de la Orden de San Juan de Jerusalén
26, ha dimostrato ampiamente la
forte e precoce presenza dell’Ordine in tutta la regione. Il
Gran Priorato giunse ad avere ventidue commende con proprietà in
oltre 250 località, con il controllo feudale di 15 paesi e due
villaggi e con il possesso di otto monasteri. Molti dei
possedimenti che si trovavano sul Camino de Santiago sono dotati
di hospitales per l’assistenza dei pellegrini.
Puente la Reina dove il Liber Sancti Jacobi faceva incontrare
le tre vie di pellegrinaggio francese più settentrionali con
quella che da Arles e Tolosa, superava i Pirinei al Somport,
diviene il centro delle attività ospitaliere della zona. Il
controllo dell’attraversamento del rio Arga, in questo punto di
rilevante valore strategico aveva attratto a Puente la Reina
prima i Templari che ottengono dal re García Ramírez nel 1142 la
donazione di “illam meam villam vetulam”, poi dopo la
soppressione, i giovanniti che rafforzano le strutture
assistenziali, potenziando l’Hospital del Crucifijo, dotato di
sei frati cappellani e di notevoli rendite che permettevano nel
1446 di offrire ai pellegrini in transito “pan, vino, leche y
fuego”. |
[20] M. De Nardelli, Le origini dei Cavalieri
di Malta. Gli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme dal
1099 al 1117, Roma 1991, pp. 29-30: “Si è molto discusso
anche intorno alla prima regola seguita dagli Ospitalieri;
ma neppure su questo punto mi pare ci sia, nelle fonti
contemporanee e di poco posteriori, nessun serio contrasto.
Si può ritenere per certo che, in origine, la giurisdizione
dell’Abate benedettino di S. Maria Latina si estendesse a
tutta la comunità, compresi i primi Ospitalieri di San
Giovanni. Ma come è detto nella cronaca di Guglielmo di
Tiro, i fratelli dell’Ospedale divenuto questo, potente e
ricco si sottrassero all’obbedienza dell’Abate, come più
tardi “per mezzo della Chiesa Roma all’obbedienza del
Patri-arca”.
[21] Guillelmus Tyrius,
Historia rerum in partibus transmarinis gestarum, in
“Recueil des historiens des croisades. Historiens
occidentaux”, I, Paris, 1844, libro XVIII, p. 826.
[22] J. Delaville Le Roulx, Cartulaire general de
l’Ordre des Hospitaliers de S. Jean de Jérusalem
(1301-1310), I, Paris 1904, p. 21, n. 20.
[23] Ibidem, p. 172, n. 225.
[24] Il testo della Bolla in De Nardelli,
cit., pp. 42-43 Nella Bolla si riporta la data del 15
febbraio del 1113, secondo il criterio per cui l’anno si
misurava ab incarnacione Domini e cioè dal 25 Marzo.
Pasquale II, pertanto, firma la bolla il 15 febbraio del
1114 secondo il nostro metodo.
[25] J. Delaville de Roulx, cit., pp.
73-74. Si veda anche J.V. Matellans Merchán e E.
Rodríguez-Picavea Matilla, Las Ordenes militares en las
etapas castellanas del Camino de Santiago, in El Camino de
Santiago, la hospitalidad monástica y las peregrinaciones,
Salamanca 1992, p. 344.
[26] Santos A. García Larragueta, El Gran
Priorado de Navarra de la Orden de San Juan de Jerusalén,
Pamplona 1957.
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