universale, si adopera, ricorrendo anche
all'esborso di un'enorme somma (845.692 fiorini, secondo i
calcoli del Brandi) anticipata dai banchieri genovesi e fiorentini
e poi dai Welser e, soprattutto dai Fugger, per assicurare
a Carlo l'appoggio dei principi elettori per la sua elezione
a trono imperiale, contrastando le mire del re di Francia
Francesco I. Nel corso dei noti conflitti che in seguito opporranno
il sovrano francese all'imperatore, il gran cancelliere s'impegna
con tutte le sue forze per il trionfo della causa imperiale,
avversando fino all'ultimo il trattato di Madrid del 1526,
convinto - e non a torto - che il re di Francia non avrebbe
rispettato gli accordi. Vale la pena ascoltare dalla viva
voce del Gattinara, che parla in terza per
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sona, il drammatico resoconto della febbrile
iniziativa intrapresa dal gran cancelliere a difesa del disegno
della nomina imperiale di Carlo. Scrive il Gattinara:
"A questo punto cominciò
a diffondersi il timore per la sorte dei regni e dei domini
di Carlo, se il re francese diventava imperatore. I fatti
provavano che Mercurino aveva visto giusto. E si decise di
non lasciare nulla di intentato, per tagliar fuori il francese
dalla nomina imperiale. [
] Le ambizioni francesi erano
ormai scoperte: si dava per certa l'elezione di Francesco
I o col denaro o con le armi. Anche le pratiche del pontefice
Leone X erano note. Tramite il legato a latere, cardinale
di San Sisto
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