Forte Sant'Angelo, 31 luglio 2000
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Fort St. Angelo,
July 31, 2000 |
La mia lunga permanenza nella responsabilità
di Ricevitore del Comun Tesoro, ed in quella collegata di Conservatore
delle Residenze Magistrali, era stata caratterizata, tra l'altro,
da alcune problematiche che, se non perfettamente rientranti
nei fini istituzionali dell'Ordine, ad essi erano collegate,
avendo rilievo per la tutela del patrimonio, specie quello storico
e culturale.
Tra queste problematiche, due rivestivano carattere fondamentale:
la prima, legata alla conservazione dei libri e dei documenti,
fu soddisfatta grazie all'occasione di creare, nel Castello
di Magione, una grande biblioteca, capace, non solo, di accogliere
il patrimonio librario esistente, ma di avere spazio anche per
i libri e gli archivi che, provenienti da famiglie illustri,
potranno entrare nel patrimonio dell'Ordine; la seconda, ben
più ampia, riguardava la conservazione della memoria,
in relazione agli archivi delle Ambasciate dell'Ordine, agli
archivi delle Associazioni Nazionali, agli archivi delle Delegazioni,
che, in gran parte, erano destinati a rimanere nella esclusiva
custodia dei titolari degli uffici e, alla fine dei loro mandati,
restavano tra le carte di famiglie, senza impegno né
garanzia di tutela. In realtà tale situazione ha determinato,
nei due secoli che precedono, una perdita effettiva del ricordo
di moltissime attività svolte dall'Ordine nel mondo,
di cui non vi è traccia negli archivi esistenti e, se
qualche ricordo affiora alla memoria degli anziani, per lo più
è impossibile rintracciare le documentazioni. Tale problematica,
nonostante qualche tentativo, non trovava soluzione definitiva
per obiettive difficoltà.
A lungo cercai di promuovere iniziative per
avviare a soluzione il problema, ma la limitatezza |
Having held the office of Receiver
of the Common Treasure - and the related office of Conservator
of the Magistral Residences - for a long time, I had already
coped with certain issues that, although not exactly falling
within the Order's institutional objectives, were nevertheless
related to them, as they concerned specially the safeguard of
the historic and cultural heritages.
Among these issues, two were of crucial importance: the first
one concerned the preservation of books and documents, and was
solved when we had the opportunity to set up a large library
in Magione Castle, that could host the existing books, and also
had room for the books and documents that might become part
of the Order's assets as donations from illustrious families.
The second and more complicated issue concerned the preservation
of the historic records kept in the archives of the Order's
Embassies, National Associations and Delegations, which for
the most part were meant to be under the exclusive custody of
the holders of the respective offices as long as they were in
such office, then they would remain with the family documents
without any assurance of protection. In fact, over the past
two centuries this situation caused the loss of any record of
the many activities carried out by the Order in the world, no
trace of which remains in the existing archives; and while a
few mementoes remain in the minds of older people, it is more
or less impossible to trace the documentation. It seemed that,
in spite of attempts made, no final solution could be found
to this problem.
For a long time I tried to promote
initiatives to solve this problem, but shortage of funds only
allowed me to channel every possible information |
dei mezzi
finanziari a disposizione, mi permetteva solo di far
confluire tutte le notizie possibili nella "Rivista
Internazionale", che opportunamente rinnovata nel 1991, avrà
in tutti gli anni '90, ruolo di testimonianza per gli
storici futuri, che lì potranno trovare importanti cenni
sulle azioni dell'Ordine e sulla sua evoluzione negli ultimi
anni del millennio. Certamente una fonte limitata, però, in
mancanza di meglio, sufficientemente efficace in attesa di
future possibilità che già si intravedevano.
Infatti una soluzione definitiva al problema mi balenò,
fin da quando, firmato il primo accordo con il Governo
Maltese, negli anni '90, per la concessione di Forte
Sant'Angelo, dovetti poi, nel 1995, in qualità di
Commissario straordinario occuparmi, subito, di procedere ai
necessari lavori di restauro. Avviata tale opera, e conclusa
la prima parte, con l'agibilità della Cappella di Sant'Anna,
del Palazzo Magistrale e degli spazi circostanti mi
prodigai, perché si potesse trovare una sede, nel Palazzo
Magistrale, per la creazione di una Accademia
Internazionale, che rispondesse anche alla necessità di
catalogare e documentare fatti ed eventi dell'Ordine, non
soltanto con riferimento al passato, ma soprattutto riguardo
alla vita contemporanea ed alle necessità della diplomazia
melitense che, con un centro di documentazione
internazionale, e con la possibilità di fare alcuni corsi
per i futuri quadri dirigenti, avrebbe qualificato meglio il
suo servizio.
Così preparai il primo Statuto, che, accolto da Sua
Altezza Eminentissima, portò al decreto istitutivo
dell'Accademia Internazionale Melitense nel 1998, con sede a
Forte Sant'Angelo. Questo primo Statuto è stato poi rivisto
nel dicembre 1999* e, certamente progredendo nel lavoro, si
avvia ad essere ulteriormente migliorato, anche per dare la
possibilità a tutte le iniziative culturali dell'Ordine
esistenti nel mondo, di convergere in programmi comuni, per
grandi progetti, da effettuarsi in cooperazione con altri
Stati, su tematiche di interesse reciproco.
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into the "International Review"
that, opportunely renewed in 1991, has become a testimony of
activities throughout the nineties for future historians. In
fact, important information on the initiatives carried out
by the Order and on its evolution in the closing years of
the past Millennium can be found only in the Review. A
limited source but, for want of something better,
sufficiently effective until future possibilities could
present themselves in the already forseeable future.
The final solution to the problem appeared to me when,
after the signature of the preliminary agreement with the
Maltese Government for the concession of Fort St. Angelo in
the early nineties, I became Extraordinary Commissioner for
the restoration works in 1995. As soon as the works were
started, and their first phase completed with the
restoration of the Chapel of St. Anne, the Magistral Palace
and its surroundings, I tried to find a seat within the
Magistral Palace to establish an International Academy. The
Academy was intended to have, among other purposes, that of
cataloguing and documenting past and contemporary facts and
events of the Order, and of achieving a better qualification
of the Order's diplomatic service through the creation of an
international reference archive and the opportunity to
provide training courses for future officials.
I therefore drafted the preliminary Statute that was
approved by His Most Eminent Highness and led to the decree
that in 1998 provided for the foundation of the Accademia
Internazionale Melitense based in Fort St. Angelo. The
preliminary Statute was then revised in December 1999* and
is intended to provide for further improvements, and to give
an opportunity for all the Order's cultural initiatives in
the world to be integrated into common plans and large
projects, to be implemented with the co-operation of other
States and concerning issues of mutual interest.
This volume, dedicated to the Convention on "The arrival
of the Knights of St. John in Malta" |
Oggi, a distanza di dieci
anni dal primo accordo con il Governo Maltese per la
concessione all'Ordine di Forte Sant'Angelo, vede la luce
questo volume, dedicato al Convegno sul tema: "L'arrivo a
Malta dei Cavalieri di San Giovanni", il primo organizzato
dalla nostra Accademia, per raccogliere e diffondere
opinioni e fatti legati alla vita dell'Ordine di San
Giovanni. Ben volentieri, nella qualità di primo Rettore,
adempio al compito di presentare il volume, che è il primo
della collana denominata "Peregrinationes", istituita per
diffondere gli atti delle attività che si svolgeranno per
iniziativa dell'Accademia Internazionale Melitense,
ringraziando per la collaborazione alla sua edizione il
Prof. Paolo Caucci von Saucken, il Comm. Fra' John Edward
Critien e l'editore Sig. Franco Benucci, che hanno
pazientemente sopportato la fatica della redazione e
pubblicazione, realizzata con il supporto della Banca
dell'Umbria.
L'occasione mi permette anche di approfittare di queste
pagine per fare appello a tutta la dirigenza dell'Ordine: i
Gran Priori, i Priori, i Presidenti delle Associazioni
Nazionali e i Responsabili degli Enti Melitensi, perché
vogliano dare il loro supporto alle iniziative che
seguiranno, nel solco della più pura tradizione
storico-culturale melitense.
A chi scrive resta la soddisfazione di avere dato la
possibilità, con il progetto dell'Accademia Internazionale
Melitense, a Forte Sant'Angelo, di una nuova vita che,
affondando le radici nel passato è fortemente proiettata
verso il futuro, con obiettivi che già si intravedono, sotto
l'illuminata guida di Sua Altezza Eminentissima il Principe
e Gran Maestro Fra' Andrew Bertie, al quale si deve il
costante sostegno per le iniziative dell'Ordine a Forte
Sant'Angelo.
Vogliano la Beata Vergine di Fileremo e San Giovanni
Battista guidare i passi di coloro che saranno chiamati a
servire questa nuova istituzione e li accompagnino nel non
sempre facile cammino, per le vie culturali e scientifiche
del mondo.
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is printed today, almost a decade after the
concession of Fort St. Angelo by the Maltese Government to
the Order. This is the first Convention being organised by
our Academy to collect and spread opinions and facts
connected with the life of the Order of St. John. As the
first Rector of the Accademia Internazionale Melitense, I am
extremely pleased to present this volume, which is the first
one being published in the series entitled "Peregrinationes",
instituted in order to circulate the proceedings of the
activities which take place on the initiative of the
Accademia Internazionale Melitense. I also wish to thank
Prof. Paolo Caucci von Saucken, Comm. Fra' John Edward
Critien, and the publisher, Mr. Franco Benucci, for their
valuable collaboration and for having patiently endured the
laborious task of editing and publishing this book made
possible through the generous contribution of the Banca
dell'Umbria.
I take this opportunity to make an appeal to all the high
officers of the Order, the Grand Priors, the Priors, the
Regents, the Presidents of National Associations and the
Heads of the Order's Institutions, asking them to support
the initiatives that will follow in the wake of the purest
historical and cultural traditions of the Order.
I am happy to have been able to give a new lease of life
to Fort St. Angelo, thanks to the project for the Accademia
Internazionale Melitense, a new lease of life deeply rooted
in the past and determinedly going forward with objectives
that have already been defined under the enlightened
guidance of H.M.E.H. the Prince and Grand Master Fra' Andrew
Bertie.
I pray the Holy Virgin of Filermo and Saint John the
Baptist to guide the steps of those who will be called to
serve this new institution. May they always be at their side
during the difficult journey along the cultural and
scientific routes of the world. |
Presentazione del
Convegno
Paolo
Caucci von Saucken
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Altezza Eminentissima.
La ragione e le idee che ci portano oggi qui a
Malta per iniziare questo primo convegno della
Accademia internazionale melitense sono la diretta
conseguenza di un lungo processo di messa a punto di
una delle questioni centrali nella vita dell'Ordine
di Malta. Un Ordine che dalla propria storia e dal
contesto storico in cui si è sviluppato trae
alimento quotidiano per i propri comportamenti, per
le mete che vuole raggiungere per gli obiettivi e le
strategie che si pone. Non è pensabile un Ordine di
Malta, anche se nella naturale e continua
modernizzazione delle proprie strutture e nel suo
voler essere sempre attuale, non è pensabile,
dicevo, un Ordine di Malta che prescinda dalla
propria memoria storica.
Da qui la necessità di cui ha parlato il Rettore
dell'Accademia di impostare un organismo che si
faccia non solo custode delle tradizioni
dell'Ordine, ma che le chiarisca, le interpreti e le
renda fruibili all'uomo di oggi. Un concetto che è
stato ribadito ieri dal Presidente della Repubblica
di Malta, quando ha definito l'Accademia ponte tra
passato e futuro dell'Ordine.
Questa tendenza è andata sviluppandosi naturalmente
all'interno dell'Ordine. In varie nazioni d'Europa
sono nati spontaneamente diversi centri di studi,
frequentemente appoggiati alle strutture
universitarie locali, che hanno attivato un vasto
processo di ricerca che ha già prodotto un notevole
numero di pubblicazioni e stimolato un ambiente
sempre più interessato alle vicende storiche dei
cavalieri di San Giovanni. Un intreccio che in molte
città europee diviene sempre più fitto e che
sottolinea l'integrazione dell'Ordine nel contesto
scientifico internazionale attraverso le sue
iniziative culturali e i suoi centri di studio. |
Tra questi
indubbiamente, negli ultimi anni, oltre alle
attività realizzate dai gran Priorati e dalle
Delegazioni, ha svolto una intensa attività il
Centro di studi melitensi di Magione, promotore di
varie pubblicazioni ed esposizioni, quello di
Taranto diretto da Mons. Cosimo Damiano Fonseca già
Rettore dell'Università di Calabria, anch'esso con
un ampio bagaglio di pubblicazioni e di esposizioni
e l'Instituto complutense de estudios de la Orden de
Malta integrato perfettamente nell'Università di
Madrid che recentemente ha edito con il nome di
Liber de privilegios de la Orden de San Juan en
Castilla y León un cartulario di 432 privilegi,
carte e bolle che illuminano un vasto periodo della
storia medievale della Spagna.
Sempre più frequentemente appaiono pubblicazioni,
mostre, o esposizioni che sottolineano il ruolo
dell'Ordine nel campo dell'arte, dei costumi, della
storia ospitaliera, delle monete o della legatoria
di libri come quella splendida appena inaugurata qui
a Forte Sant'Angelo.
Con tali premesse abbiano impostato il convegno di
oggi. È il primo di una serie di iniziative
scientifiche che si svolgeranno direttamente nel
Forte o che da qui verranno promosse nei Priorati e
nelle Delegazioni, nei centri culturali aggregati,
nelle Università collegate.
Siamo molto lieti dell'adesione al convegno del
Minister of Education di Malta, del Rettore della
Università e di illustri studiosi come i dottori
Buhagiar e Mallia Milanes, anch'essi dell'Università
di Malta. Senza una stretta collaborazione con le
autorità scientifiche dell'isola sarebbe, infatti,
molto difficile realizzare l'iniziativa che ci
proponiamo. Consideriamo, infatti, indispensabile
poter attingere alle competenze scientifiche e alla
ricerca sviluppata nelle istituzioni e negli archivi
di Malta.
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La tematica che
abbiamo scelto per iniziare le attività dell'Accademia a
Forte Sant'Angelo è quella appassionante dell'arrivo dei
cavalieri di San Giovanni a Malta. Un avvenimento storico
decisivo che avrebbe avuto straordinarie conseguenze nella
storia dell'Ordine ed in quella dell'isola.
Vari problemi sono connessi all'arrivo dei Cavalieri a
Malta.
Innanzitutto se Malta venne considerata tappa
transitoria, intesa come base militare per tentare di
recuperare l'amatissima Rodi, la cui perdita costituirà
sempre per gli Ospitalieri un cocente dolore; oppure se
l'isola venne intesa fin dal primo momento come sede stabile
e permanente per l'Ordine. Forse la prima ipotesi è la più
probabile se consideriamo che la flotta venne messa subito
in assetto di guerra e spedita a Modon nel sud della Grecia
per creare una base da cui puntare poi verso Rodi. La dura
sconfitta che ne conseguì fu probabilmente l'elemento
decisivo che spinse il Gran Maestro Filippo de Villiers de
l'Isle Adam ad abbandonare questo progetto e a dedicarsi a
consolidare la presenza dell'Ordine a Malta.
Un'altra questione è quella di come i cavalieri vennero
accolti dalla popolazione. Se come elemento perturbatore che
veniva a rompere l'equilibrio del potere della nobiltà
locale, o piuttosto se come tutela per la popolazione
praticamente indifesa di fronte alle frequenti scorrerie
saracene. Probabilmente nei due modi, forse con più
entusiasmo da parte della popolazione dell'isola che nei
cavalieri vedevano una maggiore difesa rispetto alla
costante minaccia mussulmana, piuttosto che dai potentati
che vedevano in tal modo ridurre il proprio ruolo. Un
problema che in ogni caso va considerato in una visione
complessiva, giacché sentimenti e situazioni nei duecento
sessanta anni della presenza dei cavalieri tendono a variare
creando varie forme e gradi di integrazione tra le due
comunità, momenti di intesa ed altri di contrasto.
Certamente con l'arrivo dei cavalieri si inizia un
periodo straordinario che coinvolge ogni campo, a partire
dallo sviluppo urbanistico dell'isola che inizia a
trasformarsi proprio qui in questa piccola penisola dove i
cavalieri iniziarono a fortificarsi, a porre il convento, la
chiesa e l'ospedale.
Tra i successori di Filippo de Villiers de l'Isle Adam,
che muore a Medina quattro anni dopo essere giunto a Malta,
ebbe un significativo ruolo il Gran Maestro spagnolo Juan de
Omedes che impostò il problema di Birgu, di forte
Sant'Angelo e della difesa complessiva dell'isola a cui
dette un contributo essenziale l'architetto italiano
Adeodato Ferramolino.
Naturalmente l'Ordine che giunge a Malta non era una
nuova istituzione, ma una complessa struttura
politico-militare con una precisa vocazione ospitaliera che,
pur restando fedele ai propri presupposti deve adattarsi ad
una situazione completamente nuova. Un'istituzione che si
evolve
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che si confronta con la realtà
circostante fin dalla sua nascita. Abbiamo pensato che la
persona più adatta per mostrarne l'evoluzione, i suoi
caratteri fondamentali e le varie fasi del suo sviluppo
storico, con particolare riferimento alla vocazione
ospitaliera, dovesse essere Antony Luttrell del quale
conosciamo da tempo i suoi studi su molteplici aspetti della
storia dell'Ordine. Il prof. Luttrell ci spiegherà come
l'Ordine nato in Palestina come istituzione ospitaliera
manterrà questo suo carattere sia a Rodi che qui a Malta,
un'evoluzione che comporta anche una straordinaria capacità
di adeguamento alla situazione nella quale l'Ordine opera
che costituisce una caratteristica che ha mantenuto fino ai
nostri giorni.
Un Ordine militare che già a Rodi è divenuto
essenzialmente marinaro e che a Malta trova il porto
naturale migliore del Mediterraneo e che ha nella propria
flotta e nella propria marineria uno degli aspetti più
significativi. Un campo che abbiamo affidato a Hugo O'Donnel
y Duque de Estrada, conde de Lucena, direttore dell'Instituto
complutense de estudios de la Orden de Malta, storico sia
della marina di Spagna che di quella dell'Ordine.
Una risposta al problema che ci siamo posti sull'arrivo
dei cavalieri a Malta e sul processo di integrazione
nell'isola ci verrà data dalla relazione del prof. Victor
Mallia Milanes, dell'Università di Malta che si chiede nello
stesso titolo della sua relazione se gli Ospitalieri a Malta
costituirono un mondo a parte, o si integrarono e come nella
realtà locale.
Il convento, la chiesa, l'ospedale e le difese militari
furono le prime preoccupazioni dell'Ordine una volta giunto
a Malta. Tutte queste opere così come in quelle a carattere
civile che seguirono, ebbero presto anche una specifica
valenza artistica nei vari campi, argomento che sarà oggetto
della relazione del prof. Mario Buhagiar uno dei maggiori
esperti in questo settore.
Infine il cavaliere inteso come persona, con le sue
motivazioni, i suoi sentimenti la sua cultura e le sue
aspirazioni. Abbiamo sempre detto e ne siamo assolutamente
convinti che l'Ordine di San Giovanni è un Ordine che ha
radici ben solide nel proprio passato, ma che vive
integralmente la propria epoca e si proietta nel futuro.
Sugli aspetti interiori del cavaliere, sulla sua mentalità,
sul suo animo interverrà il professor Nigro dell'Università
di Messina.
I cavalieri giunsero qui nell'autunno inoltrato del 1530,
più o meno in questi giorni, era il 26 ottobre. Si misero
subito all'opera iniziando proprio in questa penisola di
Birgu i propri lavori. Affrontando questo tema speriamo che
possa essere di buon auspicio per l'inizio delle attività
dell'Accademia internazionale melitense.
In ogni caso, oggi come allora, porremo in questa nuova
opera passione, volontà, rigore |
From Jerusalem
to Malta:
the Hospital's Character and Evolution
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