salva l'umanità ed in particolare Ismaele. Forse, si è sorvolato sul fatto più importante, ritenendo che l'aver fede fosse un merito di chi l'aveva e poi il merito fosse la legittimazione ad essere diversi e distanti dagli altri, dimenticando che la base della Fede, che è un dono, ovviamente gratuito, pone in una situazione di coincidenza con il Cristo e quindi con l'artefice dell'unità dell'intero, la comunità dei cristiani. Questa comunità è la Chiesa il cui solo capo è il Cristo, come ci ricorda l'Unam sanctam di Bonifacio VIII, per cui non è possibile svolgere un ruolo diverso: ora il ruolo di Gesù è quello del Salvatore, che muore per gli altri, perché gli altri abbiano la vita.
I problemi sempre ricorrenti e sempre più chiaramente intesi, sollecitano una più profonda attenzione al compito della Chiesa nei riguardi

   dell'umanità, che è quello del servizio perché l'umanità prenda coscienza dell'essere una cosa sola con Dio. Così come anche il compito delle religioni è quello di avvicinare e rendere più facile questo compito. Quindi non già religioni ebraica e mussulmana, come religioni che si possono affiancare a quella cristiana - che poi a ben guardare non è una religione, in quanto postula non già un legame di unione con Dio, ma l'unione stessa - ma realtà da vedere come riprese e ricomprese nell'essere cristiano.
Togliendo all'essere cristiano la posizione di superiorità - di dominio - ma riconoscendole quella sacerdotale di servizio e di imitazione del ruolo di Cristo, si riesce ad essere veramente utili all'umanità, realizzandone la salvezza, che si ottiene servendola nei suoi bisogni (20).

[20] Le nuove prospettive per l'Ordine. - Non è certo compito del ricercatore stabilire quanto deve essere fatto dall'Ordine dei Cavalieri di Malta, che ha una sua presenza vigile e costante anche nel nostro tempo e che certamente proprio attraverso questa presenza opera in modo compiuto e definito. Può essere, invece, compito di chi ha tentato di studiare l'animo del Cavaliere di Malta, in un modo certamente originale e secondo la propria sensibilità, anche se ha adoperato gli strumenti della scienza psicologica, evidenziare le rispondenze di tale spirito con le attese ed i bisogni del nostro tempo.
Si è insistito in modo particolare, nel corso dell'esposizione, su quanto possa essere inteso dall'insegnamento pontificio, che ci è sembrato culminare nell'espressione riassuntiva, Alla parresia della Fede deve corrispondere l'audacia della ragione. L'urgenza di questo nostro tempo, in cui le creazioni dell'intelligenza umana sono tali e tante, richiede non già che si sia spaventati dinanzi ad esse, ma al contrario bisogna spingere ancora più avanti l'intervento razionale, quando si ha Fede, che, proprio perché parla con chiarezza e completezza, dà l'indicazione della Verità. Essendo nella Verità, si deve operare con audacia e con assoluta innovazione.
Ci sembra, quindi, di potere dire che oggi il Cavaliere è essenzialmente il messaggero che deve portare con ricchezza di mezzi moderni l'annuncio cristiano, in modo da unire le diverse conquiste umane e renderle veramente degne del nostro tempo, facendole veicolo del messaggio cristiano, del Vangelo.
Il Cavaliere di Malta diventa allora audace, intrepido, messaggero razionale per usare tutti i mezzi attuali della comunicazione al fine di avere la più larga diffusione del cristianesimo, con le armi della logica e della tecnologica umana della comunicazione. La sua qualificazione rispetto ad altri Ordini e Congregazioni religiose (quale quella specifica della Società S. Paolo) si definisce unendo alla professionalità di comunicare il coraggio della militanza audace del Cavaliere.

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