La mia lunga permanenza nella responsabilità
di Ricevitore del Comun Tesoro, ed in quella collegata di Conservatore
delle Residenze Magistrali, era stata caratterizata, tra l'altro,
da alcune problematiche che, se non perfettamente rientranti
nei fini istituzionali dell'Ordine, ad essi erano collegate,
avendo rilievo per la tutela del patrimonio, specie quello storico
e culturale.
Tra queste problematiche, due rivestivano carattere fondamentale:
la prima, legata alla conservazione dei libri e dei documenti,
fu soddisfatta grazie all'occasione di creare, nel Castello
di Magione, una grande biblioteca, capace, non solo, di accogliere
il patrimonio librario esistente, ma di avere spazio anche per
i libri e gli archivi che, provenienti da famiglie illustri,
potranno entrare nel patrimonio dell'Ordine; la seconda, ben
più ampia, riguardava la conservazione della memoria,
in relazione agli archivi delle Ambasciate dell'Ordine, agli
archivi delle Associazioni Nazionali, agli archivi delle Delegazioni,
che, in gran parte, erano destinati a rimanere nella esclusiva
custodia dei titolari degli uffici e, alla fine dei loro mandati,
restavano tra le carte di famiglie, senza impegno né
garanzia di tutela. In realtà tale situazione ha determinato,
nei due secoli che precedono, una perdita effettiva del ricordo
di moltissime attività svolte dall'Ordine nel mondo,
di cui non vi è traccia negli archivi esistenti e, se
qualche ricordo affiora alla memoria degli anziani, per lo più
è impossibile rintracciare le documentazioni. Tale problematica,
nonostante qualche tentativo, non trovava soluzione definitiva
per obiettive difficoltà.
A lungo cercai di promuovere iniziative per
avviare a soluzione il problema, ma la limitatezza |
Having held the office of Receiver
of the Common Treasure - and the related office of Conservator
of the Magistral Residences - for a long time, I had already
coped with certain issues that, although not exactly falling
within the Order's institutional objectives, were nevertheless
related to them, as they concerned specially the safeguard of
the historic and cultural heritages.
Among these issues, two were of crucial importance: the first
one concerned the preservation of books and documents, and was
solved when we had the opportunity to set up a large library
in Magione Castle, that could host the existing books, and also
had room for the books and documents that might become part
of the Order's assets as donations from illustrious families.
The second and more complicated issue concerned the preservation
of the historic records kept in the archives of the Order's
Embassies, National Associations and Delegations, which for
the most part were meant to be under the exclusive custody of
the holders of the respective offices as long as they were in
such office, then they would remain with the family documents
without any assurance of protection. In fact, over the past
two centuries this situation caused the loss of any record of
the many activities carried out by the Order in the world, no
trace of which remains in the existing archives; and while a
few mementoes remain in the minds of older people, it is more
or less impossible to trace the documentation. It seemed that,
in spite of attempts made, no final solution could be found
to this problem.
For a long time I tried to promote
initiatives to solve this problem, but shortage of funds only
allowed me to channel every possible information |