(Rivista Internazionale - Dicembre 1996: Vie di pellegrinaggio e Ordine di Malta - 2/2)

Un iter peregrinorum ha bisogno, poi, oltre ad una meta ben definita e chiara, anche di una importante struttura ospitaliera di sostegno. Il pellegrino non avrebbe mai potuto raggiungere una destinazione, a volte assai lontana, soltanto con i propri mezzi. Aveva bisogno di appoggiarsi a un sistema assistenziale, fondato essenzialmente sulla caritas e sul servitium cristiani, che gli permetteva di realizzare un viaggio spesso pericoloso e difficile.
Nasce così, lungo quelle che andiamo delineando come vie di pellegrinaggio, una rete articolata di hospitia, xenodochi, spedali e pellegrinai che accoglievano, curavano ed orientavano il viandante che, pauper et peregrinus, per scelta, ma spesso anche per necessità, non avrebbe potuto mai, senza di essa, raggiungere i santuari posti spesso a migliaia di chilometri di distanza.
Questi luoghi di assistenza si trovano lungo le principali strade medievali e costituiscono il fattore più sicuro per determinare l’uso peregrinatorio di una strada. In genere venivano retti dai grandi ordini ospitalieri, come appunto quello di San Giovanni, indicato a volte solamente come l’Ospedale, per questa sua precipua funzione; a volte dall’Ordine del Santo Sepolcro, da quello del Tempio, o da quello di San Lazzaro, oppure da Ordini che avevano una attività più locale ed erano collegati a specifiche realtà territoriali, come ad esempio l’Ordine di Sant’Antonio di Vienne, particolarmente presente lungo i valichi alpini occidentali, o come l’Ordine di San Jacopo di Altopascio che opererà soprattutto in Toscana lungo la via francigena, ma che avrà sue case ed ospizi in Spagna, Francia e perfino in Inghilterra.

Burgos. Spagna. Un Ospedale per Pellegrini lungo il "Camino de Santiago".

È significativo che quando l’Ordine di San Jacopo di Altopascio deve darsi una regola (1239) il Papa Gregorio IX gli concederà come base quella dell’Ordine di San Giovanni, considerata in assoluto la migliore per l’accoglienza e l’assistenza e la cura dei pellegrini.
A volte gli hospitales sono gestiti da corporazioni, da municipi, da privati, da confraternite, da congregazioni come quella dei canonici riformati, o dipendono dai grandi monasteri e della abbazie che, oltre alle proprie foresterie, ne aprono alcuni sulle strade più vicine, come nel caso dell’abbazia di San Salvatore che dall’Amiata ne ammistrava uno sulla francigena nei pressi di Radicofani, o quelli che la grande abbazia di Roncisvalle gestiva sui due lati dei Pirenei. A volte sono enormi come quelli di San Marcos di Léon, de los reyes católicos in Spagna, di Santa Maria della Scala a Siena, o dello stesso Ordine di San Giovanni a Gerusalemme, a Rodi e a Malta, anche se in questi ultimi tende a prevalere la funzione propriamente sanitaria; a volte sono costituiti solo da poche stanze guarnite da semplici pagliericci. Tutti, ad ogni modo, indicano la presenza di una via di pellegrinaggio e non solo terrestre come nel caso di Rodi, frequentemente usata come punto d’appoggio per le navi che portavano i pellegrini in Terrasanta.
Un altro elemento che ci può aiutare a definire il nostro tema è la presenza di specifici culti connessi alla civiltà e alla cultura del pellegrinaggio. Cappelle, chiese, affreschi, dedicati a San Giacomo, San Cristoforo, San Martino, San Nicola, o ad altri Santi connessi alla spiritualità del pellegrinaggio, cicli iconografici rappresentanti miracoli accaduti a pellegrini sono certamente indicativi. Occorre fare attenzione anche alla presenza di chiese, cappelle ed edicole connesse al culto di San Giovanni Battista che spesso ricordano la presenza in quel luogo dell’Ordine e di un suo Hospitium. Pensiamo per esempio al caso della cappella di San Giovanni di Magione, base architettonica e memoria di un antico importante ospedale per pellegrini sul quale si è strutturato ed articolato l’imponente castello, attuale residenza gran magistrale.
Lo stesso va detto per la toponomastica: luoghi che si chiamano Hospitalet, Ospitaletto, Spedalicchio, San Giovanni o San Sepolcro, e naturalmente San Giacomo o San Pellegrino, indicano il sedimento di una civiltà e di una presenza connessa ai pellegrinaggi.
Lungo le vie romee spesso incontriamo, inoltre, riferimenti e segnali che indicano al pellegrino di trovarsi sulla giusta strada e che anticipano le devozioni che troveranno alla meta, come per esempio le numerose rappresentazioni di Veroniche, sulle vie per Roma. Altre volte la strada è indicata da segni lasciati dagli stessi pellegrini, come graffiti, croci, labirinti o più genericamente dal simbolo della conchiglia che diviene il signum peregrinationis per eccellenza. Certamente la croce ottagona sugli architravi degli ospizi svolgeva la stessa funzione, così come in Terrasanta la presenza di castelli giovanniti e templari, difendevano e segnavano la via per Gerusalemme. Spesso la strada di pellegrinaggio, al di fuori dei borghi e delle città, è segnata dalla presenza di tabernacoli, di fonti, di croci piantate negli incroci, di segni che i pellegrini conoscevano e si trasmettevano e che oggi per noi costituiscono elementi preziosi per la ricostruzione degli itinerari.
Ciò che tuttavia serve ad indicare con maggiore precisione un intero percorso è la cosiddetta letteratura odeporica di pellegrinaggio, ovverossia quella letteratura composta da guide, diari, Itinera, Itinéraires, Tagebücher, Viaggi, che ci offre un quadro completo e spesso dettagliato della situazione delle vie di pellegrinaggio. La possediamo in tutte le lingue occidentali e relativamente ai principali centri di devozione. Sebbene sia necessario fare una distinzione metodologica tra la letteratura odeporica compostellana, in genere più attenta alla descrizione dell’itinerario per raggiungere Santiago piuttosto che alla meta rispetto a quella romana, o gerosolimitana molto più interessante rispettivamente alla descrizione delle mirabilia di Roma o dei loca sancta della Palestina, ciononostante in tutte abbiamo un’enorme quantità di notizie sugli itinerari, sulle devozioni da compiere, sul sistema ospitaliero. Nella cartina è possibile vedere l’intreccio delle vie compostellane, romee e gerosolimitane che hanno attraversato la Cristianità medievale e determinato quel sostrato culturale, quella complessa ed articolata civiltà cristiana, fatta di fede, cultura e di valori che Giovanni Paolo II durante il suo Pontificato ed in particolare nella preparazione del prossimo Giubileo del 2000 ripropone spesso come base comune dell’Europa e dei popoli cristiani.
Un patrimonio culturale e spirituale di eccezionale importanza che potrebbe essere assai utile rileggere anche alla luce del ruolo che l’Ordine di San Giovanni ha avuto in rapporto al sistema viario dei grandi pellegrinaggi medievali. Una ricerca che abbiano condotto a suo tempo riguardo al Camino de Santiago ha portato all’identificazione di decine di commende, case, proprietà ed hospitales incardinati nel sistema itinerario compostellano. I rinnovati studi che si stanno realizzando sulla via francigena permettono di individuare la stessa ricchezza di presenze e sottolineano, con sempre maggiore precisione, il ruolo che gli ordini ospitalieri e militari hanno avuto nell’articolazione dei pellegrinaggi romei e gerosolimitani.
Già il Balì Emilio Nasalli Rocca negli Annales dell’Ordine, metteva in risalto la presenza di vari ospizi per pellegrini lungo la via Emilia, sia di fondazione giovannita che di acquisizione del patrimonio templare dopo il 1312. Su tale registro potremmo continuare a lungo. Hospitalis originariamente templari e poi gerosolimitani, o fondati direttamente dall’Ordine di San Giovanni si hanno su tutte le principali vie di comunicazione. Una indagine sistematica presso il Centro di studi melitensi di Magione, per quanto riguarda la via francigena, sta delineando una presenza giovannita molto più vasta di quella fino ad ora ipotizzata. Lo stesso può dirsi per le ricerche che il Centro di studi melitensi di Taranto che mettono in evidenza come anche nel meridione presso commende o chiese dedicate a San Giovanni, spesso esistesse un ospizio per pellegrini, a testimonianza e ricordo del passaggio in Terrasanta.
L’Ordine di San Giovanni non ha mai perso la sua originaria vocazione ospitaliera e il suo strettissimo e caratterizzante rapporto con la spiritualità dei pellegrinaggi che mantiene viva con la propria diretta partecipazione ai più importanti di essi. Né trascura, d’altro canto, il rapporto diretto e l’assistenza dei pellegrini che numerosi hanno iniziato a percorrere di nuovo, spesso a piedi, le antiche vie di pellegrinaggio, come avviene in Portogallo per i pellegrinaggi a Fatima, in Spagna sul Camino de Santiago, nella provincia di Burgos, in Navarra e nella stessa Santiago in occasione degli anni santi compostellani e a Roma con l’intensa attività svolta nel Posto di primo soccorso di Piazza San Pietro.
Rinvigorire questa primigenia vocazione dell’Ordine, in previsione della grande ripresa della civiltà dei pellegrinaggi che si avrà in questa fine di millennio, significa ribadire con rinnovata consapevolezza uno dei cardini della spiritualità originaria dell’Ordine, ma vuol dire anche recuperare un patrimonio culturale di grande valore ed attualità, utile anche per costituire, con fisionomia propria, uno dei numerosi "itinerari" della fede che si stanno apprestando per il Giubileo romano.
Una grande stagione connessa alla civiltà ed alla spiritualità dei pellegrinaggi si sta aprendo. Il 1999 sarà infatti "Anno santo compostellano", sarà anche il novecentesimo anniversario della prima crociata, avvenimento strettamente collegato anch’esso ai pellegrinaggi, e sarà vigilia del grande giubileo romano del 2000. Milioni di persone si sposteranno con tutti i mezzi verso Roma, Santiago e Gerusalemme. Le vie di pellegrinaggio diverranno di nuovo arterie vibranti di fede, di elementi culturali comuni e di solidarietà: su di esse certamente si consumerà la grande avventura spirituale del passagium al prossimo millennio. Un appuntamento che vedrà certamente la presenza attiva in tutti i campi dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, detto oggi di Malta.

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