delle visioni politiche di Ruiz de la Mota arcivescovo di Badajoz e di Mercurino di Gattinara, piemontese e suo Gran Cancelliere.

  La grande opera dell'imperatore sarà proprio quella di saper armonizzare queste componenti in una visione imperiale in cui, la difesa dell'Impero e della Chiesa , così come delle libertà locali, devono trovare equilibrio e reciprocità. Una impresa non facile tenendo conto della permanente ostilità della Francia, dell'eresia protestante che serpeggia tra i grandi elettori imperiali, del pericolo turco, delle oscillazioni della chiesa romana, delle rivolte dei comuneros all'interno della stessa Spagna e di permanenti difficoltà economiche che l'oro che proviene dal nuovo mondo a stento riesce a sanare.

  Celebrare oggi nel Duemila, il cinquecentesimo anniversario della nascita dell'Imperatore vuol dire mettere in atto una vastissima operazione che interessa questioni essenziali nel campo della religione, della politica, dell'economia, della cultura di molti paesi d'Europa. Significa entrare nei gangli di una civiltà che proprio in Carlo V trova il cardine tra molteplici realtà, e direi anche tra epoche diverse. L'Imperatore non abbandonerà mai il sogno della sua giovinezza borgognona della ricerca della gloria e dell'onore personale, ma lo farà con i mezzi e con gli strumenti della nuova epoca in cui era consapevolmente entrato. Tra molte realtà e nel sottile confine tra due mondi, uno dei quali è ancora illuminato dagli ultimi bagliori del medioevo, mentre l'altro sta affermandosi tra guerre e duri contrasti, si svolge infatti la sua opera.

  Nel novero delle numerose celebrazioni dedicate in tutta Europa a questo anniversario si colloca pertanto il convegno di studi che oggi si inizia, un convegno che ha scelto una tematica specifica connessa strettamente alla storia della splendida isola che ci ospita ed alla storia dell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme.

Il nostro convegno si propone infatti di entrare attraverso il legame che lega l'Imperatore al suo Gran Cancellare Mercurino di Gattinara nella vicenda che li vide uniti nella concessione

elegant theories of Chiévres, the theology of Adrian of Utrecht, the political visions of Ruiz de la Mota, archbishop of Badajoz and of Mercurino di Gattinara from Piedmont, his Grand Chancellor.

  The emperor's great work was to be precisely that of unifying these components in an imperial vision in which the defence of the Church's empire as well as that of local freedoms had to find balance and reciprocity. Not an easy task given the enduring hostility of France, the Protestant heresy rife among the great imperial Electors, the Turkish threat, the vacillations of the Roman Church, the revolts of the comuneros in Spain and the ever-present economic difficulties that even the gold from the new world barely managed to resolve. To celebrate the five-hundredth anniversary of the birth of the emperor in this year 2000 entails an extensive operation covering the religious, political, economic and cultural issues of many European countries. It means entering into the nerve centre of a civilisation which had Charles V as its keystone, amongst a myriad of different situations and, I would also say, amongst different epochs. The emperor was never to abandon his youthful Burgundian dream of seeking personal glory and honour, but he did it with the means and the instruments of the new epoch into which he had consciously stepped. He carried out his work among varying situations and in the narrow frontier between two worlds, one of which still illuminated by the last gleams of the Middle Ages, while the other was coming into being among wars and harsh conflicts. Therefore the conference starting today is one of the numerous celebrations devoted all over Europe to this anniversary. A conference that has chosen a theme closely linked to the history of the splendid island that is hosting us and to the history of the Order of St. John of Jerusalem. Our conference proposes to enter into the vicissitudes that linked the Emperor to his Grand Chancellor Mercurino di Gattinara in the concession of the island of Malta to the Knights of St. John.

 
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