L'autore esamina il contesto
storico nel quale si attua la cessione dell'Isola di Malta
e di Tripoli da parte dell'imperatore Carlo V ai Cavalieri
di San Giovanni dopo la loro perdita di Rodi e il periodo
di insediamenti provvisori in Italia e in Francia, esponendo
con una articolata ed interessante premessa i tre problemi
rilevanti che il Cristianesimo si trovava ad affrontare:
la sanguinosa guerra provocata dall 'inimicizia tra Carlo
V e Francesco I, con l'inevitabile coinvolgimento del Papa,
la Riforma Luterana con il suo "vortice di tumulti religiosi",
la sfida imposta dall'espansione dell'Impero Ottomano. Parallelamente
a queste concomitanze, la crisi profonda, una delle più
gravi in assoluto, fronteggiata dall'Ordine dopo l'esperienza
del 1522: crisi di identità che metteva in dubbio l'importanza
dell'istituzione per la cristianità, la sua tradizionale
ragion d'essere, crisi che scosse sino alle fondamenta la
vita e la disciplina conventuali, che minacciò il collasso
istituzionale, l'esodo di massa dei suoi membri. Mallia
Milanes ne esamina i risvolti dolorosi, ma non manca di sottolineare
la sorprendente resistenza dell'istituzione, la sua capacità
innata di mantenere la coesione che trovano forza nella
sua duplice missione storica, nella ripresa immediata nella
lotta contro l'Islam e il sacro esercito dell'ospitalità.
Da qui e, non meno, dalle strategie dei poteri forti dell'epoca,
l'importanza di un ritorno della presenza dei Cavalieri di
San Giovanni nel Mediterraneo ormai in preda alle scorrerie
della flotta musulmana, dei corsari. Malta, al centro di questo
mare, costruiva l'anello di congiunzione mancante tra la
Sicilia e il Mghreb, calzava a pennello in questa politica,
rappresentando un importante valore militare il cui valore
strategico deriva dalla posizione nell'asse mediano del mare,
fronte marittimo dell'Italia contro i Turchi, riparo , deterrente,
di avamposto, nei disegni di Carlo V, alla difesa del Regno
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The author examines the historical context of Emperor Charles
V's cession of the Island of Malta and of Tripoli to the Knights
of St. John, after the loss of Rhodes and their temporary
settlements in Italy and France. He illustrates the three
major problems confronting Christendom: the internecine warfare
provoked by the enmity between Charles V and Francis I, with
inevitable involvement of the Pope, the Lutheran revolt with
its "vortex of religious strife" and the challenge
offered by the expanding Ottoman Empire.
Parallel to these situations,
there was the profound crisis, and of the highest calibre,
faced by the Order after the experience of 1522: a crisis
of identity which questioned the institution's relevance for
Christianity, its traditional raison d'être, a crisis
that "shook to the very foundations the structure of
conventual life and discipline, one which threatened immediate
institutional collapse, a mass exodus of its professed members".
Mallia Millanes examines the painful results, stressing the
institution's "surprising resilience", its innate
ability "to maintain its cohesion" finding strength
in its "dual historic mission: immediate resumption of
the holy war against Islam and the holy exercise of hospitality".
Hence, and this was also part
of the Great Powers' strategies, the importance of the Knights
of St. John's return to the Mediterranean by now in the hands
of the Muslim corsairs. Malta, in the centre of this sea,
"the missing link half-way between Sicily and the Maghrib",
fitted in neatly within this policy. It formed an important
military zone whose strategic value derived from its position
on the central axis of the sea. It was Italy's maritime front
against the Turk. It was meant to "serve as a deterrent
.in
the plans of Charles V, to defend the Spanish reign of the
two
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