fede cristiana potesse trionfare, ma non consentire che quei sudditi
soffrissero schiavitù o la tirannia. Altri interventi
del Gattinara, sulla politica del Nuovo Mondo, sono il suo
coinvolgimento nella controversia coloniale fra la corona
e Diego Colombo, figlio dello scopritore, nella quale egli
difese i diritti del suo signore contro il pericolo di un
frammentarismo e la diminuzione dei beni e del potere imperiale,
ciò come conseguenza del principio e affermazione della
monarchia universale. Ugualmente fu compito del Gattinara
e dei suoi consiglieri quello di respingere la richiesta avanzata
da Velásquez, governatore dell'Isola di Cuba, contro
Hernán Cortés, conquistatore del Messico, per
la rivendicazione dei vantaggi derivati dalle nuove terre
occupate. Un giudizio imparziale e che rivelava, come sottolinea
lo storico A. de Solís nella sua Historia de la
conquista de México, grande preparazione giuridica
e profonda conoscenza della situazione americana; ma dove
ancora, si può osservare, la soluzione data al caso
Velásquez-Cortés era fondata quasi certamente
sulla ragion di stato, che invocava unità e centralismo
in nome dell'Imperatore arbitro supremo delle varie dispute.
Insomma, anche nell'ambito della
politica verso il Nuovo Mondo, la presenza del Gattinara ha
avuto un ruolo fondamentale, dove la sua opera è costantemente
tesa alla riorganizzazione amministrava al fine di stabilire
un più saldo controllo statale; controllo necessario
a mantenere viva e operante la politica unitaria ed europea
del suo signore Imperatore Carlo V. Le pagine dell'Autobiografia,
la cui cronaca si interrompe con il resoconto del
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trattato di pace firmato tra Carlo V e il papa Clemente VII a
cui collaborò con impegno il Gattinara, racchiudono
ancora una visione provvidenziale della missione affidata
alla persona dell'imperatore. "Tutti questi eventi _
scrive il canCancelliere _ annunciati in concatenata successione
dalle più varie parti della terra, tendevano ad un
medesimo fine, superiore alle speranze umane. Il loro carattere
straordinario suscitò sentimenti di ammirato stupore
tra la gente, che li giudicava determinati dalla volontà
celeste. Sembrava quasi che le sorti imperiali fossero guidate
in modo miracoloso dalla mano stessa di Dio". In ogni
modo, il fedele Gattinara sapeva bene che a ispirare e a perseguire
quell'idea superiore di sicurezza, che egli coglieva nella
riunificazione degli stati italiani e quindi nella creazione
di un'Europa unita sotto la guida di Carlo V, Imperatore del
Sacro Romano Impero, era sua; al suo perseguimento aveva dedicato
tutte le sue forze. "Mercurino Arborio de Gattinara _
osserva lo storico Eduardo Escartín _ se nos aparece
pues como un italiano por corazón y cálculo,
un pro-español por convicción y realismo político,
y un europeo por fidelidad a una dinastía internacional,
pero por encima de todo fue un gran político del Renacimiento
que, gracias a su profundo humanismo cristiano, no fue un
arquetipo de Maquiavelo"14.
Italiano per nascita e formazione, favorevole alla politica
spagnola per scelta e frequentazione, il piemontese Mercurino
di Gattinara fu senz'altro la mente più lucida del
suo tempo, sostenitore e a suo modo protagonista di un modello
della storia moderna e della civiltà occidentale, il
cui disegno unitario sembra anticipare l'Europa del Duemila.
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