Fondamentale nella storia dei
cavalieri di San Giovanni è la cessione dell'isola
di Malta da parte di Carlo V. Hugo O'Donnel descrive ed interpreta
il documento firmato il 4 marzo del 1530 con cui l'imperatore
cede l'isola e Tripoli all'Ordine ancora traumatizzato dalla
perdita di Rodi.
L'autore valuta con molta attenzione
l'aspetto giuridico dell'atto soprattutto laddove viene a
istaurare un rapporto di infeudamento, nei confronti dell'Imperatore
, in qualità di " Re delle Due Sicilie",
che a non essere puramente nominale avrebbe ridotto la libertà
e sovranità dell'Ordine. Il documento presenta diverse
"condizioni contrattuali" a garanzia degli interessi
imperiali che O' Donnel sottolinea: i nuovi possessi non potranno
essere trasferiti ad altri se non con il consenso dell'Imperatore,
pena la nullità dell'atto e l'immediata loro perdita
; non potrà trasferirsi il Convento da Malta a Tripoli,
né si dovrà permettere ingiuria o pregiudizio
" ai nostri Stati, Regni, Feudi, né ai nostri
sudditi, né ai nostri successori". In realtà
si teme che con un Gran Maestro francese e con molti cavalieri
di questa Lingua l'isola possa cadere sotto l'influenza della
Corona di Francia. L'autore evidenzia nel documento i riflessi
della preoccupazione della diplomazia imperiale in quelle
che definisce tre " verdaderas condiciones de cesión",
tre vere condizioni per la cessione dell'isola : il diritto
del Viceré di Sicilia di richiedere la cattura ed estradizione
dei rei di lesa maestà imperiale e di eresia; la nomina
del Vescovo di Malta ; la designazione di una cavaliere della
Lingua d'Italia al comando della flotta , ovviamente anche
in questo caso in funzione antifrancese. D'altro canto,- si
legge nella parte finale del saggio - l'accettazione dei nuovi
possedimenti da parte dell'Ordine che di fatto entrava a far
parte della strategia militare dell'Impero, difendendone la
frontiera marittima orientale, non venne accettata senza contrapposizioni.
Da una parte la Lingua francese che riesce a bloccare il progetto
nel 1527, dall'altra le Lingue di Italia Germania e Spagna
che riescono a portarlo a termine approfittando l'incalzare
degli avvenimenti. Hugo O' Donnel conclude ribadendo che il
" vassallaggio, che mai fu personale né generale
dell'Ordine, ma territoriale nei riguardi delle isole, si
ridusse essenzialmente a un elegante mantenimento delle forme.."
e che L'Ordine de facto si impone subito come Sovrano "
sin protesta ni contradicción".
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Fundamental in the history of the Knights of St.
John is the cession of the island of Malta by Charles V. Hugo
O'Donnel describes and interprets the document signed on 4
March 1530 with which the emperor grants the island and Tripoli
to the Order still traumatised by the loss of Rhodes. The
author carefully analyses the legal aspect of the deed, especially
where it establishes a relationship of enfeoffment to the
emperor, as "King of the Two Sicilies", which unless
it were purely nominal would have reduced the Order's freedom
and sovereignty. The document presents various "contractual
conditions" guaranteeing the imperial interests. These
include the fact that the new possessions cannot be transferred
to others without the emperor's consent, on pain of nullification
of the deed and their immediate confiscation; that the Malta
monastery cannot move to Tripoli; and that no damage or detriment
can be allowed "either to our States, Kingdoms or Feuds
or to our subjects or to our successors". It was feared
that, with a French Grand Master and with many knights of
this Langue, the island could fall under the influence of
the Crown of France.
O'Donnel demonstrates how
the document reflects the emperor's anxiety about what he
defines as the three "verdaderas condiciones de cesión",
three true conditions for the cession of the island: the right
of the Viceroy of Sicily to request the capture and extradition
of those guilty of imperial lese majesty and heresy; the nomination
of the Bishop of Malta; the appointment of a knight of the
Lingua of Italy to the command of the fleet, obviously also
as a protection against the French.
The final part of the paper
reveals that the Order's acceptance of its new possessions
- part of the empire's military strategy to defend its eastern
maritime frontier - was not without opposition. On one side
the French Langue which managed to block the plan in 1527,
and on the other the Langues of Italy, Germany and Spain,
who managed to conclude the matter by exploiting the rapid
succession of events.
Hugo O'Donnel concludes by
stressing that the "the Order's vassalage, that was neither
personal nor general, but territorial, with regards to the
islands was essentially reduced to an elegant preservation
of forms
" and that the Order immediately became
their de facto sovereign "sin protesta ni contradicción".
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