Appendice /Appendix

INTEGRAZIONI DAL DIBATTITO / ADDICTIONS FROM THE DEBATE

Carlo Marullo
  Vorrei porre una domanda all'ultimo Relatore: mi è sembrato di capire che l'Imperatore Carlo V, soprattutto in questo primo periodo, in questi primi venti anni della sua avventura, risente di un'alternanza psicofisica, per certi versi e soprattutto, ha queste sue particolari depressioni, se così possiamo chiamarle. La domanda è questa: questo atteggiamento, alla luce delle sue conoscenze, viene esclusivamente superato attraverso quello che lei ha detto e cioè la forza, l'impegno per il dovere, il dover essere in un certo modo o il non poter essere in modo differente o invece viene superato dalla maturazione, che pone un filtro tra l'essere ed il dover essere, per cui ad un certo punto lui stesso finisce col guardare col filtro le proprie debolezze ed avere quella sicurezza che gli permette di andare avanti?

Luis de Llera
  Grazie molte per la domanda che mi è sembrata positiva, poiché Lei stesso ha dato la risposta, perchè essa era ben formulata e io senz'altro sono d'accordo con questa domanda che chiede un "si". Per quanto riguarda lo stato depressivo di Carlo V bisogna considerare il fatto che già sua madre Giovanna la Pazza soffrì di questo disturbo di cui tutto il mondo ne è a conoscenza, ma non bisogna guardare soltanto Giovanna la Pazza: la stessa Isabella, che tutti hanno sempre considerato un pezzo di ferro, cosa che sicuramente fu, si rinchiuse spesso in un isolamento volontario e quasi assoluto. Le capitò quando venne tradita da suo marito, Ferdinando, che secondo quanto affermano i cronisti lo fece spesso ma non soltanto in quelle occasioni. Capitò nuovamente quando morì l'unico figlio maschio, Juan: la regina, completamente distrutta, si isolò quasi totalmente per mesi e mesi. E ancora la mamma di Isabella, la principessa Giovanna di Portogallo, aveva le stesse crisi. È per questo motivo che gli storici castigliani, per difendersi, dicono che quel tipo di patologia arriva nella casata spagnola dal Portogallo e non dalla Spagna. Per quanto riguarda la questione dell'alternanza depressiva, io credo che quando si chiude la questione ideologica tra Riforma e Controriforma e Carlo V non si sente soltanto il Re dei Paesi Bassi e della Spagna ma il Re di una nuova Europa cristiana, contro i Turchi, contro gli infedeli e soprattutto supportato da una nuova filosofia e da una nuova teologia che si concretizzano nel Concilio di Trento, allora si sente più forte e più sicuro del suo dovere. Ed il suo dovere adesso non è soltanto di tipo temporale ma è anche di tipo provvidenziale. Naturalmente la maturità aiutò molto, ma non possiamo dimenticare che, pur con questa forza d'animo e quel senso del dovere che Carlo V non dimenticò mai, quelle depressioni apparirono sempre, frequentemente.

Carlo Marullo
  I would like to ask the last speaker something: I think I understood that the Emperor Charles V, especially in this first period, in these first twenty years of his adventure, was afflicted by clinical symptoms and above all by a certain recurrent depression, if we can call it this.

  The question is this: was this affliction, as far as you know, only overcome through his strength, his commitment to duty, his having to act in a certain way or his not being able to act differently? Or was it instead overcome by maturing, which places a filter between being and having to be, so that at a certain point he looked at his own weaknesses through this same filter and was given that confidence that enabled him to carry on?

Luis de Llera
  Many thanks for the question, although I think you already knew the answer, because it was well formulated. Of course I agree that the answer must be a "yes".

  As far as Charles V's depression is concerned, we have to take into account the important fact that his mother Joan the Mad suffered greatly from this disease, as everyone knew well, but we do not have to look at Joan the Mad only: Isabella herself, who everyone always considered as steady as a rock, something she certainly was, often voluntarily went into an almost absolute isolation. It happened to her when she was betrayed by her husband, Ferdinand, which according to chroniclers often occurred. It happened again when her only son, Juan, died. The queen, completely shattered, isolated herself almost totally for many months. And Isabella's mother, Princess Joan of Portugal, suffered from the same symptoms. The Castilian historians claim, but then they would, that this type of pathology arrived in the Spanish line from Portugal and not from Spain.

  As for the clinical depression, I believe that when the ideological issue between the Reformation and the Counter-Reformation was solved, when Charles V did not only feel King of the Netherlands and Spain, but also King of a new Christian Europe against the Turks, against the infidels, with the support of the new philosophy and new theology concretised in the Council of Trent, then he felt stronger and surer of his duty. And his duty now was not only of a temporal nature but also providential.

  Naturally, maturity helped considerably, but those depressions were still frequent, despite Charles V's strength of mind and enduring sense of duty.

 
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