Guglielmo de' Giovanni di Centelles
Pontificia Accademia di Belle Lettere ed Arti.
Vorrei, alla chiusura di questo importantissimo
Convegno su Mercurino di Gattinara e su Carlo V, non lasciare
cadere un'indicazione importante, che mi sembra debba campeggiare
nella nostra riflessione di questi due giorni e cioè
la traccia anche archivistica _ che ha detto poco fa il Professor
Morelli, e che aveva richiamato Sua Eccellenza il Cancelliere
_ sul problema storiografico centrale del perché si
ebbe e come si ebbe, l'infeudazione. Magistralmente O'Donnel
ci ha ricordato la discussione della Bolla imperiale. Diceva
ieri il Magnifico Rettore, Monsignor Fonseca, che nell'Arringa,
cioè nella motivazione della Bolla, su cui per ragioni
di orario siamo andati un po' forse rapidamente, manca l'accenno
che invece campeggerà nella Storia del Bosio, che noi
riportiamo all'interno della Mostra, della richiesta del Papa
della concessione di Malta. Appare evidente che quella del
Bosio fosse una storiografia ufficiale, semplice, immediata
e anche finalizzata a una superiore motivazione di concordia
della sua epoca, cui era l'ambasciatore. In realtà,
proprio dalle carte dell'Archivio Gattinara, che ormai sono
disponibili, emerge la possibilità di integrare la
Bolla di concessione. Il Cardinale Gattinara aveva un nipote
che si chiamava Signorino, fratello di Giorgio, erede dell'immenso
asse ereditario del Gattinara. Ho ritrovato nell'Archivio
una pergamena, grande quarantadue centimetri per quarantanove,
nell'Archivio Gattinara in originale, che nel 1526, il 16
febbraio, da Toledo, recita: «Mercurino Arborio di Gattinara
assegna al nipote Signorino, Milite di Malta, una pensione
di cinquecento (500) ducati d'oro all'anno.». È
evidente che Signorino di Gattinara, il nipote, che era Milite
di Malta, godente di una pensione illustre a carico dello
zio perché purtroppo, l'Ordine non era più in
grado di sovvenirvi, col crollo generale delle entrate e la
dispersione del tesoro dovuto all'isola di Rodi, assegna questa
pensione in modo tale che egli rappresenti permanentemente
presso di lui e presso la Corte Imperiale, le esigenze dell'Ordine
di San Giovanni. O'Donnel giustamente ricordava il dato principale,
cioè che vi è uno specifico richiamo al Mando
Naval. Ora, il Mando Naval, il comando della flotta, era un
comando che spettava al Gran Priore di Messina ed era sempre
spettato agli Italiani e viene confermato perché il
Gran Priore di Messina, in quanto soggetto membro del Regno,
è anch'egli il soggetto idoneo; ma c'è qualche
cosa di più. Signorino Arborio di Gattinara, appunto,
il Generale delle Galere. È Signorino Arborio di Gattinara
che sarà poi Gran Priore di Messina per oltre trent'anni,
dal 1560 al 1590. Ci sarebbe altresì, secondo me, da
richiamare il fatto della grossa presenza, per l'infeudazione
dell'Isola, dello stesso elemento italiano e siciliano. Per
esempio, un antenato del Balì Cancelliere, il Conte
Giovanni Marullo di Condojanni, che è di Messina, pochi
anni dopo, nel 1535, fu l'uomo che propiziò il famoso
viaggio di Carlo V in Italia e al ritorno dall'Africa, insieme
ormai ai Cavalieri che avevano il Castello d'Africa, cioè
Tunisi, da cinque anni, accoglierà Carlo V. Io penso
quindi che si possa portare nel Convegno questo primo dato
storico. Volevo dire inoltre un'altra cosa. Il Professor Morelli,
richiamando e leggendoci la Autobiografia di Mercurino di
Gattinara nella bella traduzione del Professor Boccotti, ha
parlato di
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Guglielmo de' Giovanni di Centelles
Pontifical Academy of Belles Lettres and Arts
I would like at the closure of this very
important conference on Mercurino di Gattinara and on Charles
V, to emphasise a significant point that I consider should
be included in our reflections during these two days - which
Professor Morelli mentioned a little while ago and which His
Excellency the Chancellor also referred to _ and that is the
central historiographic issue of why and how the enfeoffment
occurred.
O'Donnel masterly reminded
us of the discussion of the imperial bull. The Rector Magnificus,
Monsignor Fonseca, said yesterday that the summing up, that
is the motivation for the bull, which for reasons of time
we passed over perhaps rather rapidly, does not mention what
we find in Bosio's history and what we can see in the exhibition:
and that is the Pope's request for Malta to be ceded.
It appears evident that Bosio's
was an official history - simple, immediate and also aimed
at a higher aim of harmony for his epoch, of which he was
the ambassador. In fact, it is in the papers of the Gattinara
archive, which are now available, that a possible integration
of the bull of concession is found. Cardinal Gattinara had
a nephew who was called Signorino, brother of George, heir
to Gattinara's immense estate.
I found an original parchment,
forty-two centimetres by forty-nine, in the Gattinara Archive
which tells us that on 16 February 1526, in Toledo: "Mercurino
Arborio di Gattinara assigns to his nephew Signorino, militiaman
of Malta, a pension of five hundred (500) gold ducats a year".
It is obvious that Signorino di Gattinara, the nephew who
was a militiaman of Malta enjoying a rich pension from his
uncle because unfortunately the Order was no longer able to
subsidise him (with the general failure of their revenues
and the dispersion of the treasure due to the island of Rhodes),
was assigned this pension so that he would permanently remind
the imperial court of the needs of the Order of St. John.
O'Donnel rightly recalled
the main fact, that is the specific reference to the Mando
Naval. Now, the Mando Naval, the command of the fleet, was
a command that always went to the Grand Prior of Messina,
since he was a member of the kingdom and also a fitting recipient.
But there was something more.
It was precisely Signorino
Arborio di Gattinara, the General of the Galleys, who was
to become the Grand Prior of Messina for over thirty years,
from 1560 to 1590. I think that reference should also be made
to the fact of the great presence, for the enfeoffment of
the island, of the Italian and Sicilian elements. For example,
a few years later in 1535, an ancestor of the Bailiff Chancellor,
Count Giovanni Marullo di Condojanni who comes from Messina,
was the man who supported Charles V's famous journey to Italy
and welcomed him on his return from Africa, together with
the knights who had had the Castle of Africa, that is Tunis,
for five years. I think therefore that one can record this
first historical date in the conference proceedings.
I also wanted to say something
else.
Professor Morelli, when reading
to us an extract from the Autobiography of Mercurino di Gattinara
in Professor Boccotti's fine translation,
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