(Rivista Internazionale - Dicembre 1994: Mente e cervello non più tanto lontani - 2/3)

Stesso caso dello schema precedente. La mappatura a colori, eseguita su informazioni contenute in 16 punti di registrazione, mostra la forte positivitá (in blu scuro) che appare sul cervello, mediana e simmetrica, al termine della discriminazione.

Se il soggetto é impegnato in un compito mentale, come ad esempio contare solo i quadrati piccoli, dopo 300 msec apparirá un potenziale positivo ben riconoscibile (vedi primo grafico qui di seguito). Anche in questo caso appare il fatidico tempo di 300 msec come abbiamo visto per i tempi di reazione.
Questo potenziale é interpretato come un reset di un processo cognitivo, ossia esso segnala la conclusione dell'operazione. In pratica, un'area cerebrale può tranquillamente operare tre discriminazioni di questo tipo al secondo. Maggiore la difficoltá del compito, piú tardivamente apparirá il potenziale. La P300 é indipendente dal canale sensoriale: la stessa cosa avviene se bisogna discriminare stimoli acustici, divisi in eventi frequenti e rari. La sua distribuzione é bilaterale e simmetrica, come é facilmente riconoscibile nella sua mappatura a colori (vedi secondo grafico qui di seguito).
In condizioni patologiche, come ad esempio dopo distruzione di tessuto per insulto apoplettico in un emisfero cerebrale, la P300 può non apparire o avere conformazione patologica (vedi grafico nella pagina seguente).

N400
Se la P300 significa potenziale positivo a 300 msec, il potenziale N400 della neurofisiologia significa potenziale negativo a 400 msec, ossia piú tardivo alla P300, proprio per quello che si é appena detto circa i compiti piú complessi. Questo potenziale non innescato da una discriminazione, ma dalla congruenza semantica di una frase: é quindi la traduzione elettrica di un aspetto del linguaggio. Esso si registra quando l'ultima parola di una frase non é coerente con il messaggio precedente. Ad esempio, nella frase «la barca passó sotto il ponte» vi é netta congruenza e il potenziale non si forma; ma nella frase «i ragazzi sono in giardino a tirare voci», l'ultima parola stride con l'insieme e 400 msec dopo l'erogazione della parola appare il potenziale in questione. Naturalmente l'erogazione della voce é eseguita elettronicamente per ovvi problemi di sincronizzazione con l'apparecchio dello «averager», che deve far la media delle risposte. Il potenziale N400 non é un lusus naturae, ma un'occasione per verificara la capacità di comprendere in pazienti che non danno risposte a stimoli esterni, come in alcuni casi di trauma cranico o di emorragia subaracnoidea. Il paziente é fermo a occhi aperti: capisce? La registrazione di una N400 lo affermerebbe.

In questa mappatura a colori il lato destro corrisponde all'emisfero destro e viceversa. Si noti la relativa conservazione della P300 a destra e la sua scomparsa a sinistra sull'emisfero danneggiato.

Mascheramento retroattivo
L'importanza del riconoscimento di forme o pattern recognition è verificabile continuamente nella vita quotidiana: adulti, bambini, animali riconoscono oggetti comuni nel loro ambiente.
Senza dubbio si identifica una nota localitá, così come i bambini piccolissimi riconoscono i visi dei genitori e i cani riconoscono le scodelle del loro cibo. Gli oggetti sono solo un tipo dei molti modelli che le persone identificano nella stimolazione ambientale. Per esempio, per comprendere il linguaggio dobbiamo riconoscere i fonemi, che corrispondono a parole significative, e per poter leggere occorre il riconoscimento di modelli arbitrari come le lettere dell'alfabeto. Questi esempi indicano che il pattern recognition é essenziale per quasi tutte le attivitá coscienti. Infatti, ogni essere vivente deve riconoscere modelli, quando essi interagiscono in maniera significativa col proprio mondo.
L'interferenza percettiva risulta quando due stimoli sono inviati in rapida successione a un osservatore. Il termine «mascheramento proattivo» indica il disturbo nella percezione del secondo stimolo a causa del primo, mentre il termine «mascheramento retroattivo» indica l'interferenza del secondo stimolo sul primo (vedi grafico nella pagina che segue). Il mascheramento retroattivo è una tecnica che consiste nel presentare alla persona un modello, ad esempio una figura, seguito da un altro stimolo insignificante, che ha la funzione di disturbare l'elaborazione in corso. Ovviamente, se il mascheramento è molto ritardato il riconoscimento avviene senza difficoltá, se é sovrapposto, la figura non é riconosciuta; aumentando quindi gradualmente l'intervallo fra il modello e il mascheramento si trova l'intervallo minimo per sfuggire all'azione disturbante del mascheramento stesso. Il ruolo della maschera é quello di interrompere l'elaborazione in corso dello stimolo vero. Solo se l'elaborazione é giá completa prima dell'arrivo della maschera, il pattern può essere identificato dal soggetto. Il concetto base dell'uso della maschera é che l'elaborazione del contenuto di informazione di uno stimolo comincia durante la breve esposizione fisica del bersaglio (per esempio, 18 millisecondi) e dura anche dopo. Questa elaborazione successiva utilizza una persistenza della traccia, che può arrivare anche a 100 millisecondi nel caso di uno stimolo visivo, il cosiddetto «buffer» o «memoria iconica».
Facciamo un esempio: un soggetto ha bisogno di 72 millisecondi per identificare un bersaglio. Se questo é esposto per 18 millisecondi, allora l'inizio del mascheramento deve essere ritardato di almeno 54 millisecondi per permettere quei 72 necessari all'identificazione. Se la durata dell'esposizione dello stimolo fosse allungata, l'intervallo prima della maschera potrebbe essere ridotto teoricamente della stessa durata.

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