(Rivista Internazionale - Dicembre 1994: Mente e cervello non più tanto lontani - 3/3)
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Schema del mascheramento retroattivo. La figura presentata al soggetto, anche par il minimo tempo di 18 millisecondi, permane nei sistemi di memoria «tampone» par 100 millisecondi.
Una nuova informazione in arrivo, costituita da una griglia di pallini, disturba l'elaborazione in corso, a meno che il soggetto non sia così veloce da estrarla prima che la griglia arrivi.
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Al contrario, se l'esposizione si accorciasse (rendendo così difficile il compito), l'intervallo dovrebbe
allungarsi. In effetti, vi é un'interdipendenza fra stimolo bersaglio e durata dell'intervallo libero. La sua natura può essere vista nella costante data dal periodo compreso fra l'inizio dello stimolo bersaglio e della maschera. Nell'esempio citato questo valore é di 18+54=72 millisecondi.
La capacità di ogni soggetto nella sua elaborazione centrale può essere valutata determinando l'intervallo critico del soggetto per sfuggire al mascheramento.
Certamente gli anziani, e ancora di piú i pazienti con danni cerebrali, hanno la necessitá di intervalli maggiori.
Nostre osservazioni dicono
che in compiti di identificazione di lettere con il mascheramento retroattivo vi é una differenza di 71-75 msec fra giovani e anziani. Altri esperimenti nostri dimostrano che le differenze da etá sono ancora piú pronunciate quando al posto delle
lettere di una parola si presentano numeri casuali, anche se la stringa ha la stessa lunghezza.
La causa é l'assenza della facilitazione semantica in quest'ultimo caso,
ossia di quel meccanismo che ci permette il completamento di un'informazione (leggendo SPAG
si ricava che solo una O può completare una parola di senso compiuto di cinque lettere, deduzione che non può applicarsi alla quinta cifra sconosciuta di numeri casuali). Nei giovani si richiede in media un'esposizione di 21 millisecondi per leggere la parola e di 28 per i numeri. E' possibile influenzare i tempi di percezione o, in altri termini, é possibile aumentare l'abilitá per sfuggire al mascheramento. In esperimenti condotti in America si é visto che l'intervallo necessario per sfuggire al mascheramento si riduceva di 33 millisecondi (in pratica da 100 a 70 millisecondi circa) in soli 5 giorni di esercizio, anche se questo guadagno poi non
annullava le differenze da etá, perché i giovani a loro volta scendevano da 65 millisecondi circa a 40.
Abbiamo così visto come il pensiero, mosso da eventi estremamente complessi nella rete nervosa, qualche volta possa essere trascritto sotto forma di potenziale elettrico o di calcolo cronometrico elementare. Tutto questo non deve dispiacere al poeta, che può essere rassicurato dal fatto che siamo ancora lontani anni luce dalla creazione di un modello di funzioni mentali, anche se non siamo piú fermi al famoso motto Ignoramus, ignorabimus in base al quale noi non sappiamo e non sapremo mai.
Prof. Salvatore Giaquinto
Primario Ospedale
San Giovanni Battista SMOM, Roma
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