(Rivista Internazionale - Dicembre 1994: L’Ordine e le Nazioni Unite - 2/2)

Zaire. Un medico del Gruppo di Soccorso Tedesco dell'Ordine (MHD), mentre presta le prime cure ad un bambino ruandese in un campo profughi allestito dall'Ordine in cooperazione con l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

Esse si rifletteranno anzitutto sul prestigio della nostra Istituzione nel mondo, sul piano sia della sua azione umanitaria, sia della sua proiezione diplomatica.

Abbiamo già constatato a New York che alcuni paesi, che non hanno ancora stabilito relazioni diplomatiche con l'Ordine, hanno manifestato la disponibilità a farlo, a seguito del nostro successo alle Nazioni Unite. Se si considera che negli ultimi 30 anni i partners con cui abbiamo relazioni diplomatiche piene sono saliti da 27 a 67, non è escluso che nel prossimo avvenire il loro numero salga ulteriormente: e speriamo anche che si estenda a quelle potenze che sono ancora condizionate dalla ottocentesca concezione che la sovranità sarebbe prerogativa soltanto degli Stati territoriali.

Ruanda. La bandiera di un automezzo di soccorso dell'Ordine che segue un'interminabile colonna di profughi ruandesi, pronto a dare sostegno ed assistenza con i medici e gli infermieri dei Gruppi di Soccorso dell'ECOM (Comitato lnternazionale d'Emergenza dell'Ordine di Malta), istituito da quattro anni nell'ambito dei lavori del Programma Strategie dell'Ordine.

Alle Nazioni Unite gli Osservatori non hanno voto ma hanno voce: ciò apre all'Ordine nuove prospettive per quel che la sua partecipazione alla concertazione internazionale e ai lavori societari, soprattutto nei campi più congeniali alla nostra missione umanitaria, come la protezione della salute, della libertà e della dignità degli uomini, il loro progresso civile e sociale, la lotta contro la violenza, la promozione della pacifica convivenza internazionale.

La nostra presenza attiva ci permetterà altresì di coordinare al meglio le nostre capacità di intervento concreto con quelle degli altri membri delle Nazioni Unite e con gli organismi specializzati dell'Organizzazione. Un'altra non secondaria conseguenza dell'ammissione alle Nazioni Unite sarà, per l'Ordine, l'ulteriore legittimazione che potrà vantare nei confronti delle numerose organizzazioni che abusivamente cercano di usurparne i simboli, il nome e i rituali per fini commerciali, ingannando spesso la buona fede del pubblico.

Noi siamo consapevoli, al Gran Magistero come nelle organizzazioni periferiche dell'Ordine, dello slancio addizionale al quale siamo chiamati per onorare il riconoscimento ottenuto dalla comunità internazionale.

Tutti i dignitari e gli operatori dovranno raddoppiare gli sforzi per non deludere le aspettative sull'impegno dei Cavalieri di San Giovanni a New York e nel mondo.

Luciano Koch
Segretario per gli Affari Esteri del SMOM

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