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Zaire. Un medico del Gruppo di
Soccorso
Tedesco
dell'Ordine
(MHD), mentre
presta le prime
cure ad un
bambino
ruandese in un
campo profughi
allestito
dall'Ordine in
cooperazione con
l'Alto
Commissariato
delle Nazioni
Unite per i
Rifugiati.
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Esse si rifletteranno anzitutto sul prestigio della nostra Istituzione nel mondo, sul piano sia della sua azione umanitaria, sia della sua proiezione diplomatica.
Abbiamo già constatato a New York che alcuni paesi, che non hanno ancora stabilito relazioni diplomatiche con l'Ordine, hanno manifestato la disponibilità a farlo, a seguito del nostro successo alle Nazioni Unite. Se si considera che negli ultimi 30 anni i partners con cui abbiamo relazioni diplomatiche piene sono saliti da 27 a 67, non è escluso che nel prossimo avvenire il loro numero salga ulteriormente: e speriamo anche che si estenda a quelle potenze che sono ancora condizionate dalla ottocentesca concezione che la sovranità sarebbe prerogativa soltanto degli Stati territoriali.
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Ruanda. La
bandiera di un
automezzo di
soccorso
dell'Ordine che
segue
un'interminabile
colonna di
profughi ruandesi,
pronto a dare
sostegno ed
assistenza con i
medici e gli
infermieri dei
Gruppi di
Soccorso
dell'ECOM
(Comitato
lnternazionale
d'Emergenza
dell'Ordine di
Malta), istituito da
quattro anni
nell'ambito dei
lavori del
Programma
Strategie dell'Ordine.
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Alle Nazioni Unite gli Osservatori non hanno voto ma hanno voce: ciò apre all'Ordine nuove prospettive per quel che
la sua partecipazione alla concertazione
internazionale e ai lavori societari, soprattutto nei campi più congeniali alla nostra missione umanitaria, come la protezione della salute, della libertà e della dignità degli uomini, il loro progresso civile e sociale, la lotta contro la violenza, la promozione della pacifica convivenza internazionale.
La nostra presenza attiva ci permetterà altresì di coordinare al meglio le nostre capacità di intervento concreto con quelle degli altri membri delle Nazioni Unite e con gli organismi specializzati dell'Organizzazione. Un'altra non secondaria conseguenza dell'ammissione alle Nazioni Unite sarà, per l'Ordine, l'ulteriore
legittimazione che potrà vantare nei confronti delle numerose organizzazioni che abusivamente cercano di usurparne i simboli, il nome e i rituali per fini commerciali, ingannando spesso la buona fede del pubblico.
Noi siamo consapevoli, al Gran Magistero come nelle organizzazioni periferiche dell'Ordine, dello slancio addizionale al quale siamo chiamati per onorare il riconoscimento ottenuto dalla comunità internazionale.
Tutti i dignitari e gli operatori dovranno raddoppiare gli sforzi per non deludere le aspettative sull'impegno dei Cavalieri di San Giovanni a New York e nel mondo.
Luciano Koch
Segretario per gli Affari Esteri del SMOM
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